Il dramma della vita domestica è abbastanza prevedibile: ci sono persone con dei ruoli; c’è uno spazio delimitato; le relazioni sono definite; le azioni si ripetono. Una sceneggiatura insomma, che Laura Marling definisce “schemi in ripetizione”, come il suo nuovo disco. La cantautrice britannica, che ha cominciato a suonare così presto che una volta le venne proibito di entrare in un locale dove avrebbe dovuto esibirsi perché sembrava troppo giovane, ha sempre avvolto nel mistero la sua vita personale, almeno fino alla svolta di Song for our daughter del 2020. In quel disco il suono era diventato più intimo e quieto e così è ancora nel nuovo Patterns in repeat, arrivato dopo la nascita di sua figlia. È un album scritto e registrato a casa e che in questo contenitore si trova a proprio agio, come del resto la stessa artista. Sembra infatti che all’interno di questi limiti Marling trovi con la sua chitarra un sacco di spazio per momenti gioiosi e leggeri. I testi restano sempre evocativi ma diventano più maliziosi, pieni di rime assonanti e giochi di parole. Queste canzoni sono piene di storie e soprattutto c’è tanta onestà, un nuovo punto d’arrivo espressivo per la musicista dello Hampshire. Marianela D’Aprile, Pitchfork
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Questo articolo è uscito sul numero 1588 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati