Il pianista francese Alexandre Kantorow completa con questo cd la sua rassegna delle sonate per pianoforte di Brahms. La terza sonata è movimentata, forse troppo. E Kantorow accetta questa sregolatezza invece di cercare di domarla, sfruttando la sua tecnica virtuosistica e la sua gamma dinamica sorprendentemente ampia per spremere ogni goccia di tumulto dalla musica. Eppure l’esecuzione non è mai eccessiva: il modo di suonare di Kantorow può essere torrenziale ma non è mai spericolato; il suo suono può essere pieno ma il suo modo di suonare è spesso intriso di delicatezza; e grazie alla sua straordinaria capacità di bilanciare le linee interne, il pianista riesce a districare i passaggi più densi di Brahms. Può essere ritmicamente acuto ma non è mai inflessibile (anzi, il suo rubato è spesso estremo). La stessa volatilità caratterizza il resto del programma. Dal terrificante crescendo con cui comincia la sua lettura di Der Wanderer di Schubert nella trascrizione di Liszt fino al finale selvaggio della fantasia Wanderer, questo è un recital elettrizzante. Il dramma è accentuato dal contrasto più che dall’esagerazione: Frühlingsglaube è insolitamente gentile e l’adagio della Wanderer comincia con un torpore esausto. Anche senza la straordinaria qualità di suono della Bis, questo sarebbe un album eccezionale.
Peter J. Rabinowitz, Gramophone

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Questo articolo è uscito sul numero 1590 di Internazionale, a pagina 98. Compra questo numero | Abbonati