Le sinfonie di Bruckner non si prestano facilmente alla riduzione per piano. Il problema è nei lunghi tremoli per archi, che se riprodotti alla lettera sullo strumento suonano come i peggiori cliché degli accompagnamenti dei film muti. Nella loro prima registrazione mondiale dell’arrangiamento per due pianoforti della settima sinfonia di Hermann Behn, Julius Zeman e Shun Oi aggirano il problema sottoponendoli a dinamiche, velocità e articolazioni sempre diverse. Questo garantisce una grande varietà e aiuta i pianisti a concentrarsi sul contrappunto. Le fluttuazioni di tempo nel primo movimento hanno un flusso e riflusso organico, e permettono ai temi di prendere forma. I cambiamenti di colore e di equilibrio segnano magnificamente le svolte armoniche dell’adagio. Nello scherzo l’interazione tra Zeman e Oi è più convincente di quella di molte esecuzioni orchestrali. E i due pianisti danno un carattere timbrico di grande effetto ai temi del finale. La settima sinfonia suonata da un’orchestra è fondamentale, ma se siete curiosi della versione due pianoforti questo disco fa per voi.
Jérémie Bigoire, Diapason

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Questo articolo è uscito sul numero 1591 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati