“Sono caduto nella buca del linguaggio” cantava Blixa Bargeld in Rampen: apm (alien pop music) degli Einstürzende Neubauten, uscito qualche mese fa. Un’affermazione contraddetta da , la sua nuova collaborazione con il compositore friulano Teho Teardo, dove Bargeld invece sta comodo in mezzo a tre lingue: tedesco, inglese e italiano. Le usa in maniera intercambiabile e le assapora fino all’ultimo fonema. Come sappiamo, il cantante va a braccetto con suoni metallici e violenti ma è anche un uomo rinascimentale, che con la sua voce inimitabile ha la stessa eleganza sia che si trovi con un quartetto d’archi sia che stia in un cantiere. Nonostante le allusioni alla morte, l’album è molto più arioso del precedente Nerissimo. L’abilità di Teardo di passare dalle colonne sonore o le composizioni classiche a canzoni più tradizionali dà a Bargeld uno spazio di libertà unico, in cui può tirare fuori immagini astratte ed evocative con arte divinatoria. Ancora una volta i due musicisti dimostrano quanto sia fruttuosa la loro unione.
Jeremy Allen, The Quietus
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Questo articolo è uscito sul numero 1591 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati