A quattro anni dall’album precedente, Juanita Stein sta rivedendo il suo modo di fare musica. In The weightless hour ha deciso di ridimensionare gli arrangiamenti, mettendo la voce al centro e lasciando che gli spazi vuoti siano riempiti solo dal riverbero e dalla chitarra. Anche se questi arrangiamenti sono semplici, non sono mai rarefatti. Nonostante il minimalismo, la produzione è sfruttata per sottolineare quello che c’è invece di concentrarsi su ciò che manca. Anche nei testi la cantautrice australiana privilegia frasi chiare e asciutte. È la sua voce che ci guida nelle diverse emozioni che attraversano i brani. Motionless è il cuore pulsante del disco, grazie a cui capiamo quanto sia stato fondamentale per l’artista scegliere la semplicità per mostrare tutta la sua vulnerabilità e lasciare che voce e chitarra suonino in maniera così grandiosa.
Amanda Farah,
The Quietus

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Questo articolo è uscito sul numero 1593 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati