All’inizio del suo ormai celebre esordio, Il consenso, la scrittrice francese Vanessa Springora, più che sulla figura di G., cioè Gabriel Matzneff, lo scrittore di quarant’anni più vecchio di lei con cui, ancora adolescente, ebbe una relazione, si era soffermata a lungo sulla figura del padre, Patrick Springora, genitore assente e tirannico il cui comportamento aveva contribuito a fare di sua figlia la preda di un pedofilo. Per comprendere a fondo la figura paterna, Springora si è lanciata nella scrittura di Patronyme.
Eppure, dopo un centinaio di pagine, la figura centrale del libro diventa Joseph, padre di Patrick e quindi nonno di Vanessa. Rovistando nel cupo appartamento dove Patrick è morto in totale solitudine, l’autrice ha trovato alcune foto di Joseph, rifugiato cecoslovacco che le era stato sempre presentato come un eroe, con indosso delle insegne naziste. Il libro diventa una ricerca febbrile per scoprire, anche solo in parte, i misteri della propria famiglia. Ma anche un commovente riconoscimento di alcune circostanze attenuanti nei confronti del padre. Le Monde
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1596 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati