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Nel terremoto di magnitudo 6,8 che il 7 gennaio ha colpito le pendici dell’Himalaya, e in particolare il Tibet, almeno 126 persone sono morte. Il maggior numero di vittime è stato registrato nella regione dello Shigatse, dove quasi quattromila case sono state distrutte.

Almeno 188 persone sono rimaste ferite e molte altre rimangono sotto le macerie a temperature che di notte scendono a -18 gradi centigradi, scrive la Xinhua. Lo Shigatse, che conta 800mila abitanti, è la sede tradizionale del Panchem lama, la seconda carica spirituale del buddismo tibetano dopo il Dalai lama. Gedhun Choekyi Niyima, identificato come la reincarnazione del Panchen lama, scomparve nel 1995, rapito dalle autorità cinesi, che in seguito ne nominarono uno loro.

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Questo articolo è uscito sul numero 1596 di Internazionale, a pagina 32. Compra questo numero | Abbonati