Asia e Pacifico

La terra trema in Tibet

Vcg/Getty

Nel terremoto di magnitudo 6,8 che il 7 gennaio ha colpito le pendici dell’Himalaya, e in particolare il Tibet, almeno 126 persone sono morte. Il maggior numero di vittime è stato registrato nella regione dello Shigatse, dove quasi quattromila case sono state distrutte.

Almeno 188 persone sono rimaste ferite e molte altre rimangono sotto le macerie a temperature che di notte scendono a -18 gradi centigradi, scrive la Xinhua. Lo Shigatse, che conta 800mila abitanti, è la sede tradizionale del Panchem lama, la seconda carica spirituale del buddismo tibetano dopo il Dalai lama. Gedhun Choekyi Niyima, identificato come la reincarnazione del Panchen lama, scomparve nel 1995, rapito dalle autorità cinesi, che in seguito ne nominarono uno loro.

I Brics si allargano

Il 6 gennaio il Brasile ha annunciato che l’Indonesia è entrata a far parte dei Brics, il gruppo di economie emergenti che include anche Russia, Cina, India e Sudafrica. Jakarta aveva fatto domanda di ammissione dopo le elezioni del 2024, scrive la Reuters.

Amnistia di massa

Il 4 gennaio, giorno in cui si celebra l’indipendenza della Birmania, la giunta militare ha rilasciato quasi seimila detenuti, tra cui seicento prigionieri politici. L’amnistia, tuttavia, non va presa come un atto conciliatorio da parte dei militari, scrive Sebastian Strangio su The Diplomat. In Birmania, come in altri paesi dove il buddismo theravada è maggioritario, le amnistie di massa in occasioni di festività sono comuni.

E comunque, spiega Strangio, i prigionieri politici liberati rimangono sotto scacco e al primo “passo falso” rischiano di tornare in carcere. Sono molti i casi di persone liberate e arrestate di nuovo poche ore dopo. Dal colpo di stato del febbraio 2021 la giunta ha arrestato più di 28mila persone e di queste 21.452 rimangono in carcere.

Crisi infinita

Seoul, 6 gennaio 2025 (Anthony Wallace, Afp/Getty)

La crisi politica in Corea del Sud, cominciata il 3 dicembre con il tentativo del presidente Yoon Suk-yeol d’imporre la legge marziale nel paese, continua. Yoon, sospeso dall’incarico dopo il voto dell’assemblea nazionale a favore della sua messa in stato d’accusa e in attesa che si pronunci in merito la corte costituzionale, è asserragliato nella sua residenza a Seoul.

Il presidente, indagato per insurrezione, non si è presentato dagli inquirenti per essere interrogato e contro di lui è stato spiccato un mandato d’arresto, ma finora le guardie di sicurezza presidenziali hanno impedito alla polizia di accedere alla proprietà. Nel frattempo, dopo che anche per il primo ministro e presidente ad interim Han Duck-soo era stato votato l’impeachment il 27 dicembre, è il vicepremier Choi Sang-mok a fare le veci del presidente. La popolarità di Yoon è ai minimi storici, ma i suoi sostenitori nella capitale manifestano ogni giorno contro l’impeachment. ◆

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1596 - 10 gennaio 2025
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