Il titolo del primo disco di Maciej Skrzeczkowski, che nel 2023 ha vinto il concorso Musica antiqua di Bruges, ci pone una domanda: chi è il vero John Bull (1562-1628) che il giovane musicista polacco si propone di scoprire? Evidentemente era un artista dalle molte personalità. Compositore, musicista e professore universitario, secondo l’arcivescovo di Canterbury George Abbot “era famoso tanto per la sua passione per le giovani vergini quanto per il suo virtuosismo all’organo e al virginale”. Le sue tresche lo portarono ad abbandonare il Regno Unito per trasferirsi nel Paesi Bassi. Skrzeczkow­ski ci offre un ricco panorama della gamma di colori del musicista, anzitutto con gli strumenti: un virginale inglese e uno “madre e figlio” con due registri diversi, che possono essere combinati o suonati indipendentemente. Poi con il programma, che mescola abilmente i Toys, pezzi che volevano essere soprattutto divertenti, con danze, fantasie, preludi e In nomine, composizioni basate sulla messa Gloria tibi trinitas di John Taverner. Infine con l’interpretazione, attenta ai minimi dettagli di queste miniature. Tutto è al servizio della musica, con serietà, duttilità e dominio tecnico. La grande delicatezza del fraseggio non ci fa sfuggire niente della complessità ritmica e della densità polifonica di Bull.
Anne Ibos-Augé, Diapason

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Questo articolo è uscito sul numero 1596 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati