S.J. Naudé (Brenda Veldtman)

Questo romanzo ha un notevole impatto nonostante sia relativamente breve: la sua attenzione alle relazioni tese tra uomini molto disagiati sembra l’antidoto perfetto per la nostra epoca di maschi-bambini che minacciano la democrazia con la loro fragile mascolinità. Tutto comincia con un’avventura gay. Un sudafricano di nome Daniel conosce due uomini serbi dall’aria vagamente sospetta in un museo di Londra. Li porta a casa e fa sesso con loro. Di lì a poco i due si trasferiscono nel suo appartamento e sembrano sfruttarlo. Dopo trenta pagine, ci troviamo intrappolati in un ambiguo e minaccioso triangolo sessuale, eppure il romanzo si sta solo scaldando. Daniel tornerà a casa a Città del Capo per prendersi cura del padre, un uomo un tempo tirannico che soffre di demenza. Ritrovando il potente uomo afrikaner che “non lasciava mai che suo figlio finisse una sola frase” ormai incapace, Daniel lo terrorizza con i racconti di tutti gli uomini con cui è andato a letto.

È una scena crudele e affascinante. E il libro non è ancora arrivato al suo momento più sorprendente. Parte della meraviglia di questo romanzo, il secondo dell’autore sudafricano S.J. Naudé, è il modo con cui ti coglie continuamente di sorpresa. Naudé mantiene la sensibilità e l’asciuttezza di uno scrittore di racconti ma riesce a ingannare il lettore con qualcosa che somiglia a una saga familiare a fatica contenuta nei confini angusti di un romanzo breve. All’inizio avevo la sensazione di sapere esattamente che libro stessi leggendo. Daniel è uno scrittore in difficoltà, un cosmopolita alla deriva che passa da un incontro sessuale insoddisfacente all’altro. Ma poi scopre che erediterà metà della proprietà del padre se trascorrerà un mese con il cugino Theon che vive in una fatiscente fattoria sudafricana. Il padre gli sta giocando un ultimo scherzo? Daniel accetta e si trova una casa piena di braccianti agricoli neri che Theon ha invitato a trasferirsi da lui. La relazione tra Theon e Daniel si trasformerà in un magnifico affresco delle complesse relazioni razziali nel Sudafrica dopo la fine dell’apartheid. Raccontando così tanto in uno spazio davvero piccolo, il romanzo di Naudé sembra soffermarsi su dettagli, su piccole cose, ma finisce per riguardare tutto. Robert Collins, The Sunday Times

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1596 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati