Ci sono due versioni dello Stabat mater di Luigi Boccherini (1743-1805), una per soprano solista, che è quella di questo disco, l’altra per tre solisti. Entrambe sono state pubblicate in una nuova edizione critica: dovrebbe aiutare la diffusione della musica del compositore lucchese, perciò mi aspetto che arriveranno altre registrazioni. Dovranno essere ottime, almeno vocalmente, per superare Francesca Boncompagni, perché il suo canto è squisito: dolce, perfettamente intonato ed espressivamente sfumato. L’Ensemble Symposium è un gruppo da camera e suona l’accompagnamento con uno strumento per parte. Personalmente, preferisco organici più grandi e vorrei più vibrato. La stessa osservazione vale per il quartetto per archi op. 41 n. 1 in do minore. Il pezzo è tematicamente correlato allo Stabat mater e impiega una forma ciclica, con il movimento di apertura che ritorna alla fine come conclusione. Il suono del disco è ottimo e, nonostante le mie riserve sui timbri degli archi, la musica è così attraente e il canto così bello che non c’è davvero nulla di cui lamentarsi. Nel complesso è un album eccellente.
David Hurwitz, ClassicsToday
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Questo articolo è uscito sul numero 1603 di Internazionale, a pagina 110. Compra questo numero | Abbonati