“Orchestra Rossa” era il nome dato dalla Gestapo ai gruppi della resistenza tedesca (una rete ampia e poco organizzata), dimenticata nel dopoguerra nella Germania Ovest, ma considerata un fulgido esempio di eroismo operaio e contadino a est. Dresen (nato nella Repubblica Democratica Tedesca) ha dato il meritato riconoscimento cinematografico ai combattenti del gruppo Schulze-Boysen/Harnack, riducendo al minimo la retorica sul nazismo e tenendosi stretto sui suoi personaggi, soprattutto su Hilde Coppi (splendida interpretazione di Liv Lisa Fries). Con una narrazione cronologica doppia e speculare che si muove sia in avanti (la prigionia, il parto del figlio, il processo e l’esecuzione di Hilde) sia indietro (la sua storia d’amore con Hans, il rapporto con i loro amici e compagni di lotta). L’assenza di pathos mette in evidenza le sfumature, ma si attenua gradualmente verso la fine, con Hilde sempre più vulnerabile e il destino del neonato sempre più incerto.
Joachim Kurz, Kino Zeit

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Questo articolo è uscito sul numero 1606 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati