

Il 15 marzo migliaia di siriani sono scesi in strada ( nella foto ) per celebrare il quattordicesimo anniversario dell’inizio della rivoluzione, il primo dopo la caduta del regime di Bashar al Assad lo scorso dicembre. Due giorni prima il presidente ad interim Ahmed al Sharaa aveva firmato una dichiarazione costituzionale che garantisce la separazione dei poteri, la libertà d’espressione e i diritti politici ed economici delle donne. Sarà applicata per un periodo di cinque anni. Il giornale libanese L’Orient-Le Jour nota che il documento ha suscitato reazioni opposte: “Per alcuni è un grande passo avanti, per altri è un disastro. Per altri ancora il testo è talmente poco chiaro che non si possono trarre conclusioni”. Il quotidiano siriano Enab Baladi critica la dichiarazione perché “concentra troppo potere nelle mani del capo dello stato”. Il sito Al Jumhuriya, invece, commenta: “La Siria è in una fase di transizione. La dichiarazione costituzionale non può soddisfare più richieste di così”.
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Questo articolo è uscito sul numero 1606 di Internazionale, a pagina 24. Compra questo numero | Abbonati