Nella notte tra il 2 e il 3 marzo Hamdan Ballal, un attivista palestinese residente in Cisgiordania, ha ricevuto l’Oscar per il documentario No other land, realizzato insieme a Basel Adra, Yuval Abraham e Rachel Szor. Il film mostra gli abusi continui dei coloni e dell’esercito israeliano contro gli abitanti di Masafer Yatta, un insieme di villaggi nelle colline a sud di Hebron. Nel frattempo gli attacchi contro le comunità palestinesi sono aumentati. Il 24 marzo Ballal ha ripreso alcuni coloni mentre lanciavano pietre, poi è corso a casa per proteggere la sua famiglia. Lì è stato aggredito a pugni e calci da un colono israeliano conosciuto nella zona. I soldati che erano con il colono hanno arrestato Ballal e altri due residenti. Secondo l’esercito gli arrestati erano sospettati di aver lanciato delle pietre. Alla fine sono stati rilasciati in mancanza di prove contro di loro.
Il 23 marzo sette persone della famiglia Abd al Basit sono uscite dalla loro casa di Hebron per l’iftar, il pasto serale del Ramadan. Al ritorno alcuni soldati gli hanno impedito di rientrare: un gruppo di coloni era dentro casa loro e aveva rimosso tutti gli averi della famiglia. Il giorno dopo gli Al Basit hanno ripreso possesso di una piccola parte dell’abitazione, ma i coloni occupano il resto, sostenendo di averla comprata. Approfittando della ripresa della guerra a Gaza, del sostegno dell’amministrazione statunitense a Israele e del fatto di avere un governo irresponsabile, i coloni hanno perso ogni freno nei loro abusi contro i palestinesi.
Il compito di impedire che la situazione in Cisgiordania degeneri spetta a Eyal Zamir, nuovo capo delle forze armate. Zamir dovrebbe costringere i vertici dell’esercito a rispettare le leggi israeliane e internazionali, chiedendo alla polizia e ai servizi d’intelligence di arrestare questi terroristi ebrei. ◆ as
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Questo articolo è uscito sul numero 1607 di Internazionale, a pagina 17. Compra questo numero | Abbonati