La vigilia di Natale, in Finlandia, è tradizione trasferirsi tutti nella sauna e sudare a lume di candela prima di abbuffarsi. Ma quest’anno sono stati in pochi a godersi questo momento di purificazione. Anche se molte saune non sono più riscaldate a gas, l’elettricità è decisamente più costosa, spiega Anni Sinnemäki, vicesindaca di Helsinki. “Forse qualcuno ha fatto la sauna la vigilia di Natale, ma magari ci ha rinunciato il sabato precedente o quello ancora prima”.
A Helsinki, come in altre città europee, le feste sono state più fredde e buie del solito. I cittadini hanno cercato di limitare il più possibile le spese in un contesto segnato dalla peggiore crisi energetica degli ultimi decenni. Nella capitale finlandese le luci natalizie sono state accese solo per brevi periodi. Negli edifici comunali i termostati sono stati abbassati a 20 gradi, la temperatura minima consigliata per gli spazi pubblici. Le autorità cittadine hanno lasciato che i campi di calcio, solitamente riscaldati per tutto l’inverno, si congelassero, e hanno stabilito che le piste di pattinaggio siano usate solo quando le temperature permetteranno al ghiaccio di formarsi da sé e siano smantellate in anticipo a primavera. Nelle piscine pubbliche le saune sono state chiuse del tutto o hanno osservato orari ridotti. A novembre il consumo di corrente elettrica è stato del 9 per cento più basso rispetto allo stesso mese del 2021, spiega Sinnemäki. Se la situazione dovesse peggiorare, “allora potrebbe essere necessario chiudere tutte le saune”.
In Europa la pressione sull’approvvigionamento energetico è sensibilmente aumentata dal febbraio 2022 a causa del calo delle esportazioni di gas della Russia, una ritorsione per le sanzioni occidentali e per il sostegno accordato all’Ucraina dopo l’invasione. In tutti i paesi dell’Unione i prezzi sono schizzati alle stelle, anche se dopo il forte incremento di agosto si sono leggermente ridotti. Interi settori dell’industria – soprattutto manifatturiera, metallurgica e chimica – hanno tagliato la produzione. Secondo l’istituto di ricerca Bruegel, i governi europei hanno stanziato 700 miliardi di euro in sussidi e aiuti finanziari. Le cifre diffuse da Eurostat indicano che nella prima metà dell’anno le bollette del gas per le famiglie sono aumentate drammaticamente in tutti i 27 stati dell’Unione. In alcuni paesi, come l’Estonia o la Bulgaria, i prezzi sono più che raddoppiati rispetto al 2021.
Helsinki è una delle capitali europee più fredde, ma i suoi cittadini non sono gli unici a sacrificarsi per risparmiare energia e denaro. “È un bene che stiamo consumando meno energia. Dobbiamo continuare a farlo”, ha dichiarato recentemente la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, sottolineando che il 2023 potrebbe essere ancora più difficile dell’anno precedente. Molti europei hanno sposato questa linea spegnendo le luci e riducendo l’uso del riscaldamento, non solo a causa dell’aumento dei prezzi ma anche come gesto simbolico di sostegno all’Ucraina. “Tutti parlano del costo dell’energia e confrontano le bollette. Questo crea un sentimento di unità e condivisione”, sostiene Elisabetta Cornago del Centre for european reform. “I cittadini vogliono che le aziende, i negozi e le istituzioni pubbliche risparmino energia esattamente come fanno loro a casa. Prese singolarmente, le decisioni di ridurre i consumi più visibili come quelli per l’illuminazione pubblica o per le insegne dei negozi probabilmente non hanno un grande impatto, ma è importante mettere insieme tanti piccoli tagli, soprattutto se appariscenti, perché possono motivare le persone”. Il problema, secondo Cornago, è capire quanto durerà questo senso di solidarietà.
Domanda volatile
Nella sera più fredda di dicembre, i residenti e i funzionari locali riuniti in un gelido teatro vicino a Bruxelles hanno parlato dell’uso dell’energia, dimostrando che lo spirito di comunità è stato galvanizzato dallo sforzo per ridurre i consumi. Il comune di Ixelles ha presentato un progetto che prevede di installare pannelli solari sul tetto di una scuola vicina al teatro. L’energia in eccesso sarà condivisa con il resto del quartiere. Durante l’incontro i funzionari comunali hanno illustrato il progetto e i vantaggi che porterà. “I residenti pagheranno cinque centesimi per kilowatt invece di 17”, ha spiegato Audrey Lhoest, assessora di Ixelles per il clima e l’energia. “È più economico rispetto alle tariffe commerciali”. Il sindaco Christos Doulkeridis è preoccupato per i senza dimora e le organizzazioni che li aiutano, soprattutto se l’inverno sarà particolarmente rigido. Lhoest pensava anche alle classi medie, che non hanno beneficiato degli aiuti statali. “Ci sono persone che hanno un buon salario, ma comunque non riescono a pagare queste cifre”. Così i residenti si affidano a soluzioni d’altri tempi come le borse d’acqua calda per evitare di accendere i riscaldamenti, ha detto.
La stessa tendenza si ritrova in tutta Europa. Nonostante un inverno generalmente mite, le vendite d’indumenti termici sono in aumento, così come il consumo di candele, che già durante la pandemia era cresciuto del 12 per cento all’anno secondo i dati dell’Associazione europea dei produttori di candele. “È un fenomeno ricorrente nei momenti di crisi”, spiega Stefan Thomann, direttore tecnico dell’associazione. “Le persone passano più tempo in casa e vogliono che l’ambiente sia confortevole. È una specie di ‘effetto bozzolo’”.
In alcune famiglie è la prima volta che si parla di risparmiare sull’energia
Si stima che in Europa nella seconda metà del 2022 il consumo di gas sia diminuito del 15 per cento rispetto all’anno precedente, in linea con gli impegni presi dai governi dell’Unione europea a luglio. Gran parte del risparmio deriva dal calo della domanda delle industrie che hanno ridotto la produzione, ma non bisogna trascurare gli sforzi delle comunità locali, spiega Henning Gloystein della società di consulenza Eurasia Group. Anche se la domanda dei consumatori in Europa è “estremamente volatile e dipende soprattutto dalle condizioni climatiche, il riscaldamento delle case e delle piccole attività commerciali rappresenta comunque la fetta maggiore del consumo di gas ogni inverno. Se non riusciamo a risolvere questo problema saremo nei guai”, spiega. In Germania, che nel 2021 aveva ricevuto più di metà del suo gas dalla Russia, il governo ha promosso una campagna capillare per ridurre il consumo di energia. L’illuminazione degli edifici pubblici è stata attenuata, le temperature negli impianti sportivi sono state portate a 17 gradi, l’uso di acqua calda è stato ridimensionato e il riscaldamento negli edifici comunali delle grandi città è stato ridotto al minimo. A Monaco alcuni genitori temono che la “gara” tra le scuole per incoraggiare il risparmio energetico possa avere conseguenze sulla salute dei loro figli. Nel frattempo la famosa mancanza di limiti di velocità nelle autostrade del paese ha innescato un dibattito nazionale. L’agenzia tedesca per l’ambiente (Ub) ha dichiarato che imporre temporaneamente dei limiti potrebbe ridurre i consumi delle auto fino al 9 per cento, ma finora solo la chiesa evangelica tedesca ha deciso di applicarli ai suoi veicoli.
In Francia, dove la situazione è resa più difficile dal fatto che quasi metà delle centrali nucleari è chiusa per manutenzione, i monumenti come la torre Eiffel e il palazzo di Versailles restano al buio per gran parte della notte, mentre l’illuminazione delle vetrine dei negozi di lusso del gruppo Lvmh, tra cui la boutique di Louis Vuitton sugli Champs Elysées, è attenuata dopo le dieci di sera. In autunno i video degli atleti di parkour che si arrampicavano sui muri per staccare la corrente alle vetrine sono diventati virali.
La pista di pattinaggio del mercatino natalizio di Valencia, in Spagna, è stata costruita con un materiale sintetico al posto del ghiaccio, che richiede un sistema di raffreddamento. Secondo le previsioni dell’amministrazione comunale il numero di persone che visiteranno gli “uffici dell’energia” per chiedere consigli su come ridurre i consumi raddoppierà rispetto all’anno scorso. L’illuminazione dello scintillante mercatino natalizio di Vienna è stata ridotta da 660 ore a 364, con un risparmio del 45 per cento.
In alcuni casi questi sforzi si scontrano con gli stereotipi nazionali. A settembre il fisico italiano Giorgio Parisi è stato duramente criticato per aver condiviso un video in cui spiegava come cuocere la pasta mettendo il gas al minimo e coprendo la pentola. In Emilia Romagna alcune famiglie hanno ridimensionato il cenone natalizio e hanno scelto pietanze che richiedevano tempi di cottura minori. Anna Rita Fabbri, una nonna emiliana, spiega che lei e il marito hanno “discussioni infinite su chi ha dimenticato di spegnere le luci” e passa quasi tutto il tempo in cucina, l’unica stanza sempre calda per via dei fornelli.
Anche nel Regno Unito, paese che può contare sui giacimenti di gas nel mare del Nord, le compagnie energetiche hanno partecipato a un piano di incentivi alle aziende che risparmiano energia, per esempio attivando le lavatrici fuori dagli orari di punta.
Un passo indietro
Per qualcuno la crisi energetica ha stimolato l’innovazione e ha riproposto uno stoicismo tipico dei tempi di guerra. Ma per altri, soprattutto in Europa orientale, richiama un passato oscuro. Louisa Slavkova, direttrice esecutiva dell’organizzazione bulgara per l’educazione civica Sofia platform, sottolinea che nei paesi che facevano parte del blocco sovietico la povertà energetica è comune e molte persone sono abituate a fare sacrifici. “Le carenze di energia e i blackout programmati fanno parte dei ricordi di molte generazioni di bulgari. È così che si viveva negli anni ottanta”, spiega. “I nostri genitori bruciavano etanolo in una piccola pentola per riscaldare il bagno prima di fare la doccia”.
In Ungheria, dove i teatri e gli stadi sono stati chiusi per risparmiare energia, la carenza di combustibile costringe alcuni a bruciare qualsiasi cosa riescano a trovare. Le autorità di Breslavia, in Polonia, hanno annunciato che avrebbero cancellato i festeggiamenti natalizi nella piazza del mercato e risparmiato sulle luminarie, ma hanno fatto marcia indietro dopo le proteste dei cittadini.
L’Europa dell’est è “particolarmente esposta”, conferma Cornago. Hanno un reddito pro capite più basso e il clima è più rigido rispetto ad altre aree dell’Unione. Inoltre gli stati della regione erano particolarmente dipendenti dal gas russo. Ma c’è anche una dimensione culturale. “In Europa occidentale il risparmio è considerato motivo di orgoglio. Nella mia bolla ‘verde’ le persone si vantano di abbassare il termostato e fare la doccia fredda”, spiega. “In Europa dell’est, invece, la gente ha da poco visto migliorare il proprio tenore di vita, e queste rinunce sono percepite come un passo indietro”.
La perseveranza dei cittadini nell’imporsi delle privazioni dipenderà probabilmente anche da quanto sarà rigido l’inverno. Durante l’ondata di freddo all’inizio di dicembre il consumo di energia delle famiglie tedesche, rappresentative delle tendenze dell’Europa nord-occidentale, è aumentato dell’11,8 per cento rispetto alla settimana precedente, ma è rimasto comunque del 5,2 per cento più basso della media degli ultimi quattro anni, in cui le temperature erano state spesso più miti. E la fase peggiore dell’inverno, quella più fredda e secca, potrebbe essere già finita. Secondo il Copernicus climate change service, che fornisce previsioni stagionali per l’Europa, fino a febbraio ci sarà “un rischio più alto del solito di ondate di freddo”, ma in seguito è probabile che ci saranno condizioni più miti e umide.
Effetto duraturo
I problemi energetici non hanno comunque impedito a molti europei di celebrare le festività. In uno dei più ricchi mercatini di Natale del continente, quello di Colonia, centinaia di chioschi di legno e luminarie si espandevano in tutta la città a partire dalla cattedrale gotica. Le luci erano meno intense del solito e le stufe erano state bandite. Le folle di cittadini, felici di ritrovare i mercatini di Natale dopo due anni di restrizioni dovute al covid-19, battevano i piedi per il freddo. Secondo Rodney Ramz, che gestisce i mercatini nel centro storico, i tagli sono stati decisi soprattutto a causa della pressione dei mezzi d’informazione. “Il mercato consuma appena 0,017 chilowatt per persona, circa l’1 per cento di quello che un cittadino tedesco consuma in un giorno”, spiega Ramz. “Ma i giornalisti continuavano a chiedere ‘cosa può fare il nostro paese?’, e c’era chi si chiedeva se fosse appropriato organizzare un mercatino di Natale”.
Ma in una scuola di Berlino l’insegnante Michael Böker spiega che i comportamenti stanno cambiando e potrebbero radicarsi nei bambini, già sensibili al problema del cambiamento climatico. “Risparmiare energia è sempre una buona idea per il pianeta, al di là della crisi energetica attuale”. Per anni Böker ha proposto nelle scuole un programma pomeridiano sul risparmio energetico, ma quest’anno il numero d’iscritti è stato più alto del solito. “In questo momento il problema è più presente nella mente degli studenti”.
I ragazzi hanno misurato i consumi dei proiettori comprati vent’anni fa e hanno chiesto agli insegnanti di sostituirli con altri più efficienti. Böker permette ai suoi alunni di portare a casa i misuratori di corrente per mostrarli ai loro genitori. In alcune famiglie è la prima volta che si parla di risparmiare energia, aggiunge l’insegnante. “Gli studenti sono preoccupati per il cambiamento climatico, ma vedono che tutti guidano l’auto come se niente fosse, prendono l’aereo e mantengono le loro abitudini. I ragazzi vogliono parlare di queste cose. In gioco c’è il loro futuro”.
Gloystein dell’Eurasia group si dice “assolutamente certo che la crisi porterà un calo sensibile e permanente del consumo energetico”. Cita il precedente del Giappone, dove dopo l’incidente nucleare di Fukushima del 2011 il consumo di energia è calato di più del 20 per cento. “Se continuerà a fare molto freddo e le luci si spegneranno, ovviamente la gente non sarà felice”, spiega. “Ma penso che l’Europa stia dimostrando ancora una volta di essere più resiliente di quanto molti credano”. ◆ as
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Questo articolo è uscito sul numero 1494 di Internazionale, a pagina 20. Compra questo numero | Abbonati