Il celebre ponte Oberbaum vibra a intervalli regolari al passaggio della metropolitana, mentre in basso qualche imbarcazione naviga sulla Sprea. Sulla riva del quartiere Kreuzberg, la terrazza di un grande palazzo di vetro, sede di molti uffici, si affaccia direttamente sull’acqua. Di giorno il posto non si nota più di tanto.

Ma durante il fine settimana, poco prima di mezzanotte, all’entrata si poteva osservare una lunga coda. Per ventidue anni il Watergate è stato uno dei club più alla moda di Berlino, il tempio della musica elettronica: due piani dedicati alla festa e al ballo con una suggestiva vista sulla Sprea. Il Watergate ha potuto vantare una bella longevità in un settore in cui tutto si evolve molto velocemente. Ma alla fine anche questo storico locale ha cessato di esistere.

Un modello non più sostenibile

“Non bisogna dimenticare che la cultura, e in particolare quella dei club, ha un importante aspetto economico. A forza di lodare la varietà della scena berlinese in materia di club, si finisce per dimenticarsene”, ricordava Uli Wombacher, uno dei fondatori del Watergate, durante la conferenza stampa dello scorso settembre in cui ha annunciato la chiusura del locale entro la fine dell’anno.

Il prezzo crescente dell’affitto, l’inflazione e l’aumento generale dei costi hanno reso inevitabile la decisione.

Tra l’altro dopo la fine della pandemia il club non è mai riuscito a tornare ai livelli del passato.

Love parade 2000 al club Tresor (Thomas Meyer, Ostkreuz/Contrasto)

Per tutti gli anni novanta e anche nei primi anni del duemila Berlino si era guadagnata la fama di capitale dei party. Dopo la caduta del muro, nel 1989, erano tantissimi gli edifici vuoti che con pochi investimenti e molto entusiasmo sono stati convertiti in centri dell’edonismo più sfrenato.

La fama di club come il Tresor, il Wmf o il Berghain, tutti locali ricavati da vecchi scantinati o da edifici industriali abbandonati, si è rapidamente diffusa fuori Berlino, e per anni la capitale ha approfittato del contributo economico di un turismo festivo.

E nell’epoca dei voli low cost, i turisti arrivavano da tutta l’Europa per fare festa, anche solo per il fine settimana.

Love parade 2000, davanti al Tresor (Thomas Meyer, Ostkreuz/Contrasto)

La scomparsa di diverse compagnie low cost come Air Berlin, il crescente imbarazzo per motivi ambientali provocato dal viaggiare in aereo e infine la pandemia hanno lasciato delle tracce profonde nel mondo dei club berlinesi. Infine non dobbiamo dimenticare la speculazione immobiliare.

I club infatti erano perfetti per occupare temporaneamente dei grandi edifici vuoti, ma nel frattempo numerosi contratti di affitto a buon mercato sono arrivati a scadenza e oggi la maggioranza dei locali non più permettersi di pagare i nuovi affitti chiesti dai proprietari.

In agosto è toccato al famoso Wilde Renate annunciare l’inevitabile trasloco a causa della scadenza del suo contratto di affitto, alla fine del 2025. Ma al contrario del Watergate, il Wilde Renate dovrebbe riaprire altrove.

Per Christian Tänzler, dipendente dell’agenzia Visit Berlin, i club berlinesi devono affrontare problemi diversi. Infatti, oltre a fattori noti come l’aumento dei prezzi e degli affitti, sono cambiati anche i comportamenti delle persone. “I giovani preferiscono ritrovarsi nei piccoli locali di quartiere aperti fino a tardi, si portano una cassa e mettono le loro playlist”, spiega Tänzler. “Non hanno bisogno di andare in un club per fare la festa”.

Tuttavia i club rimangono un elemento importante per il turismo di Berlino. La città è conosciuta in tutto il mondo come la capitale della musica techno ed electro e i locali celebri sono tanti. “La cultura del clubbing è parte integrante di Berlino”, insiste Tänzler. Secondo lui il futuro di questo tipo di locali dipenderà dalla loro capacità di adattamento. Le grandi istituzioni come il Berghain non dovrebbero più fare affidamento solo sul dancefloor, ma aprire le porte ad altri eventi.

Secondo la commissione dei club, che dal 2000 riunisce proprietari e gestori di locali e anche gli organizzatori di eventi, l’obiettivo più importante è quello di assicurare che le discoteche berlinesi potranno sempre avere dei luoghi specifici dove potersi sviluppare. La portavoce dell’organizzazione, Emiko Gojic, propone in particolare di regolamentare gli affitti commerciali per i locali che non sono situati su terreni del comune.

Tre milioni di turisti

Tuttavia proprio la flessibilità e la capacità di adattamento sono le caratteristiche della cultura clubbing berlinese. E la longevità del Watergate è l’eccezione che conferma la regola. “Se non potranno rimanere nei quartieri del centro, i club si sposteranno sempre più in periferia. Si assisterà ad altre forme di occupazione temporanea”, dice Gojic. “Il settore ridiventerà più flessibile”.

“I club sono il cuore pulsante di questa città, e ogni anno attirano quasi tre milioni di turisti”, ricorda Christopher Suss, portavoce di Joe Chialo, assessore alla cultura di Berlino. Di fronte al loro possibile declino, Chialo ha intenzione di aprire un dibattito per farli riconoscere ufficialmente come luoghi culturali d’interesse nazionale.

Alla fine del 2024 il club che per ventidue anni ha accolto turisti e nottambuli berlinesi ha chiuso definitivamente le sue porte. Sul sito del Watergate un breve comunicato ringrazia tutti quelli che hanno contribuito a renderlo un’istituzione e si conclude con l’esortazione a non fermarsi: “Don’t stop the dance!”. ◆ adr

Da sapere

◆ Se si parla di club berlinesi, il Berghain è il primo della lista. È il locale più famoso (e famigerato) della capitale tedesca e forse di tutto il mondo. L’Anomalie ha ospitato i dj techno più importanti accanto ad artisti che hanno sperimentato con suoni, luci e installazioni. Simile per vocazione è il Trauma Bar und Kino che oltre alla pista da ballo ospita una sala proiezioni, un labirinto e delle installazioni rotanti. Al Sisyphos può capitare di entrare il venerdì sera e rimanerci fino al lunedì e dalla folla che lo riempie ci si può aspettare di tutto. Per essere sicuri di entrare nel leggendario sex e techno club KitKat è sempre una buona idea controllare il dress code previsto per la serata. TimeOut


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Questo articolo è uscito sul numero 1596 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati