Il Consiglio d’Europa è stato preso di mira dai leader politici italiani per aver pubblicato un rapporto in cui le forze di polizia italiane sono accusate di abusi su base razzista e omofoba.
Nel rapporto, pubblicato il 21 ottobre 2024, la commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (Ecri), un organo indipendente che vigila sul rispetto dei diritti umani, afferma che durante una visita in Italia la sua delegazione ha raccolto “numerose testimonianze di profilazioni razziali da parte delle forze dell’ordine, che prendono di mira soprattutto i rom e le persone di origine africana”. I racconti di “frequenti fermi e controlli sulla base dell’origine etnica” sono stati confermati dai rapporti di molte organizzazioni della società civile e di organismi di monitoraggio internazionali, spiega l’Ecri. L’organismo del Consiglio d’Europa ha aggiunto che le autorità italiane “non sembrano consapevoli dell’entità del problema e non considerano la profilazione razziale una forma di potenziale razzismo istituzionale”. Il rapporto cita uno studio del 2022 condotto tra gli immigrati in cui il 48,5 per cento degli intervistati dichiarava che tra tutte le sedi istituzionali, i commissariati erano quelli dove avevano subìto le maggiori discriminazioni: richieste d’asilo rifiutate senza motivo, documenti personali distrutti, abusi verbali e atti di violenza. Gli agenti sono stati accusati anche di abusi verbali e fisici durante le operazioni nei campi rom.
Dibattito dai toni xenofobi
Secondo l’Ecri, negli ultimi anni sono state adottate “misure minime” per “garantire una maggiore responsabilizzazione nel caso di abusi a sfondo razzista o su persone lgbt commessi da polizia, carabinieri o altre forze dell’ordine”. Il rapporto chiede all’Italia di fare uno studio completo e indipendente sulla situazione.
La presidente del consiglio Giorgia Meloni, leader di un governo di estrema destra, che promuove una visione intransigente della legge e dell’ordine pubblico, ha difeso le forze di polizia: “Meritano rispetto, non simili ingiurie”. Ha aggiunto su un social media: “Le nostre forze dell’ordine sono composte da uomini e donne che ogni giorno lavorano con dedizione e abnegazione per garantire la sicurezza di tutti i cittadini, senza distinzioni”.
Il presidente della repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso il suo “stupore” per le accuse del rapporto in una telefonata con il capo della polizia Vittorio Pisani, ribadendo la sua stima per le forze dell’ordine, informa la segreteria del Quirinale. Il ministro degli esteri Antonio Tajani ha detto di aver chiesto a Roberto Martini, rappresentante permanente dell’Italia nel consiglio d’Europa, di esprimere il “profondo sdegno” del governo per il rapporto. “Non condivido una parola di ciò che è stato scritto”, ha detto Tajani. “Non esiste razzismo nelle forze dell’ordine italiane. Dobbiamo rispettare chi serve il paese, lavorando giorno e notte per la sicurezza di tutti”. Il vicepresidente del consiglio Matteo Salvini ha dichiarato che le forze dell’ordine sono state “infangate” da un “ente inutile”.
Se le accuse dell’Ecri alla polizia colpiscono un nervo scoperto, il rapporto non risparmia critiche all’Italia anche su altri fronti: “Il dibattito italiano è diventato sempre più xenofobo e quello politico ha assunto toni altamente divisivi e antagonistici, prendendo di mira in particolare i rifugiati, i richiedenti asilo e i migranti, nonché i cittadini italiani con background migratorio, rom, e le persone lgbt”.
Secondo il rapporto, alcune dichiarazioni denigratorie provengono da “politici e funzionari pubblici di alto profilo, soprattutto durante i periodi elettorali, sia online sia offline”. Non citando i politici per nome, il rapporto fa degli esempi, come il consigliere comunale di Firenze che prima delle elezioni politiche del 2022 ha pubblicato online il video di una donna rom insieme a una didascalia che incoraggiava le persone a votare per il suo partito per “non rivederla”. Il rapporto fa anche riferimento al libro pubblicato nel 2023 dal generale Roberto Vannacci in cui non mancano commenti razzisti e omofobi. Nel 2024 l’autore è stato eletto al Parlamento europeo. ◆ nv
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Questo articolo è uscito sul numero 1587 di Internazionale, a pagina 32. Compra questo numero | Abbonati