La cocaina adulterata che ha provocato la morte di 24 persone e il ricovero di altre ottanta per intossicazione arrivava da Puerta 8, un quartiere povero nella zona ovest della provincia di Buenos Aires. Lì duecento famiglie vivono in un terreno occupato che appartiene a un’azienda pubblica per la raccolta dei rifiuti.
La notte del 2 febbraio centinaia di persone si sono presentate al pronto soccorso in evidente stato di shock, con difficoltà respiratorie e problemi psicomotori. Poche ore dopo le autorità sanitarie locali hanno proclamato un’allerta epidemiologica per intossicazione da oppioidi. Un comunicato del ministero della sanità ha invitato chi aveva fatto uso di cocaina nelle quarantott’ore precedenti e aveva bisogno di assistenza medica a presentarsi immediatamente nel centro sanitario o presso l’ospedale più vicino.
Per alcuni specialisti, l’episodio è solo un’altra dimostrazione del fallimento della guerra contro le droghe. “Il proibizionismo c’è da cinquant’anni ma non ha avuto successo. Anche se le autorità uccidono un boss del narcotraffico o ne arrestano un altro, la vendita illegale di sostanze stupefacenti, i consumatori e le coltivazioni di droga continuano a crescere di anno in anno”, dice il giornalista argentino Fernando Soriano, autore del libro Marihuana. I gravi eventi recenti hanno riaperto il dibattito nel paese sulle alternative esistenti per combattere il fenomeno. “Per tenere lontano i consumatori dalla criminalità bisogna depenalizzare le droghe”, afferma Soriano.
Sulla partita di cocaina adulterata, tra le ipotesi che stanno circolando in questi giorni c’è un regolamento di conti tra gang di narcotrafficanti o una semplice imprudenza nella gestione della sostanza.
Secondo il ministero della sanità argentino, “in base al quadro clinico dei pazienti intossicati potrebbe trattarsi di sostanze che contengono oppioidi”. Il 10 febbraio la procura di Buenos Aires ha confermato che la cocaina era mescolata al carfentanil, un oppioide sintetico molto potente.
Il 4 febbraio la polizia ha arrestato Joaquín Aquino, noto come “el Paisa”, e altre sette persone. Il loro arresto potrebbe aiutare a capire quello che è successo. Aquino, paraguaiano, era ricercato dal giugno 2020.
Manodopera facile
Le operazioni delle forze dell’ordine nel quartiere di Puerta 8 hanno portato al sequestro di circa tredicimila dosi di cocaina pronte per il consumo, confezionate in bustine rosa
L’incidente ha messo in luce i fallimenti della lotta contro il narcotraffico in Argentina. “È accaduto quello che è sempre successo e succederà di nuovo”, dice il biologo argentino Pablo González, uno degli autori di Un libro sobre drogas. “Ogni tanto succede una tragedia che si poteva prevenire ed evitare. Abbiamo un sistema che con le sue proibizioni crea un mercato delle droghe completamente illegale e quindi deregolamentato, fornendo ai consumatori e alle consumatrici una sostanza che non è quella che vogliono e che non possono provare, perché per lo stato sono criminali”.
Al centro del dibattito c’è l’incapacità degli stati di proteggere i cittadini. Secondo González, è importante che ci sia la volontà politica di cambiare la situazione. “Vent’anni fa il Portogallo decise di non criminalizzare più i consumatori. Oggi è il paese con il minor numero di morti per sostanze stupefacenti al mondo. Il cambiamento di politica ha portato miglioramenti evidenti”, afferma.
L’Argentina dimostra anche che il narcotraffico colpisce soprattutto i settori più fragili della società. “I cittadini più poveri hanno accesso alla cocaina di peggior qualità. In alcuni quartieri lo stato è assente e anche l’assistenza sanitaria è carente. Inoltre, non ci sono politiche di riduzione dei danni. Queste persone corrono più rischi di altre di diventare manodopera del narcotraffico, che le impiega per distribuire le sostanze. La maggior parte dei detenuti nelle prigioni argentine ha commesso un reato connesso alla legge sulle droghe ed è povero”, osserva Soriano. ◆ fr
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Questo articolo è uscito sul numero 1448 di Internazionale, a pagina 28. Compra questo numero | Abbonati