L’hotel Jumeirah, nel quartiere londinese di Knightsbridge, ha stanze che costano più di seimila sterline (più di settemila euro) a notte, con bagni di marmo, sale da pranzo private e vista panoramica. Mette in mostra il meglio che la capitale britannica può offrire ai ricchi di tutto il mondo. Ma l’evento che ospita è rivolto ai ricchi investitori e parla di un’altra città: Abu Dhabi. Vari centri finanziari globali stanno cercando di attirare i milionari residenti nel Regno Unito, approfittando del fatto che il governo laburista di Keir Starmer vuole mettere fine ai privilegi fiscali per i cosiddetti non-doms, i residenti con domicilio fiscale all’estero.
Negli ultimi mesi banchieri, avvocati e altri professionisti arrivati da Dubai, dalla Grecia o da Singapore hanno moltiplicato le occasioni per corteggiarli. Attraverso eventi come quello del Jumeirah sondano la disponibilità dei ricchi a lasciare il Regno Unito. “Dieci anni fa questi grandi eventi si tenevano a Mumbai, Shanghai e Singapore, per invogliare a venire nel Regno Unito”, dice Dominic Volek, della società di consulenza Henley & Partners. “Ora succede l’esatto opposto”.
Un’agenzia governativa di Cipro è tra gli organizzatori di un incontro previsto a dicembre alla borsa di Londra. È rivolto direttamente ai 75mila residenti stranieri nel Regno Unito. Chiomenti, uno dei più importanti studi legali italiani, ha sponsorizzato a novembre un appuntamento della Henley & Partners. Da più di dieci anni sia Cipro sia l’Italia offrono agevolazioni fiscali sui guadagni all’estero.
I problemi dei residenti stranieri nel Regno Unito sono cominciati quest’anno, quando i principali partiti politici britannici hanno cercato di mettere fine a un regime fiscale che, secondo chi lo contrasta, rappresenta un premio ingiusto per i ricchi. I suoi sostenitori, invece, evidenziano gli otto miliardi di sterline in tasse che i residenti stranieri versano ogni anno, oltre a una serie di altri benefici collaterali, come la creazione di posti di lavoro e la beneficenza.
A marzo del 2024 il governo conservatore in carica all’epoca ha ceduto alla necessità di trovare fondi per gli elettori britannici chiedendo ai residenti stranieri di pagare le tasse sui guadagni esteri dopo quattro anni di permanenza nel Regno Unito, invece dei quindici previsti dalla legge. Il partito laburista, prima della sua vittoria schiacciante alle elezioni di luglio, si era impegnato a spingersi ancora più in là: la cancelliera Rachel Reeves ha annunciato che manterrà la riduzione del beneficio, ma punta anche a far pagare le imposte di successione britanniche sui patrimoni all’estero.
I cambiamenti, che entreranno in vigore ad aprile 2025, sono la terza grande riforma del regime dei residenti stranieri nel Regno Unito negli ultimi dieci anni. Gli studi legali della city di Londra lavorano più del solito mentre i residenti stranieri valutano le loro prossime mosse. Alcuni stanno accettando a malincuore la nuova realtà, altri sono in cerca di un’alternativa. Tra questi c’è l’imprenditore nigeriano-libanese Bassim Haidar, che ha deciso di andarsene in Grecia. L’investitore tedesco Christian Angermayer si è trasferito a Lugano, in Svizzera, definendo le riforme britanniche “un gravissimo errore”.
Alcuni di quelli che hanno deciso di rimanere – almeno per il momento – ci stanno già ripensando. Un recente sondaggio condotto da Oxford Economics tra 115 residenti stranieri ha rilevato che già prima dell’annuncio della riforma alcuni di loro avevano ritirato somme per 840 milioni di sterline da investimenti di vario tipo, dalle proprietà immobiliari alla finanza. Ma se da un lato i vantaggi finanziari di un trasferimento sono spesso evidenti, le differenze di stile di vita e di cultura possono condizionare in alcuni casi le decisioni. Negli Emirati Arabi Uniti le temperature estive possono superare i cinquanta gradi, mentre chi guarda a Monaco dovrà scambiare una villa londinese con appartamenti più piccoli. E in varie località del mondo può essere difficile trovare posto nelle scuole internazionali giuste.
La Svizzera, l’Italia e gli Emirati Arabi Uniti sono spesso considerati tra le opzioni alternative più popolari per i residenti stranieri. Ma anche località più lontane stanno cercando di approfittare dell’incertezza per fare affari.
Tra gli sponsor dell’evento di novembre della Henley & Partners c’era anche un’agenzia commerciale di Panamá. Gli stemmi appesi alle pareti risalivano al periodo in cui nel Regno Unito fu introdotto per la prima volta il regime fiscale dei residenti stranieri, nel settecento, con l’obiettivo di proteggere gli investimenti coloniali. Tra i partecipanti c’era anche un dirigente di una delle principali banche private di Gibilterra, un territorio britannico d’oltremare che non prevede imposte sulle plusvalenze o sulla successione. “Panamá è un’opzione interessante per chi cerca un paese stabile ed efficiente dal punto di vista fiscale”, ha dichiarato Alix Moyron, direttrice commerciale di ProPanama.
Un’elevata mobilità
Ma non sono solo i ricchi stranieri a riflettere sul loro futuro nel Regno Unito. Il miliardario britannico Alan Howard sta valutando la possibilità di lasciare Londra per Ginevra. E secondo quanto emerge dalle iscrizioni al registro delle imprese del Regno Unito, una persona della ricca famiglia Kamani, che sta dietro al gigante britannico dell’abbigliamento di moda Boohoo Group, all’inizio di quest’anno ha cambiato residenza trasferendola dall’Inghilterra agli Emirati Arabi Uniti. “Tra i nostri clienti che se ne vanno, la maggior parte ha un’elevata mobilità”, ha dichiarato Jo Eccles, fondatrice della società di consulenza immobiliare Eccord. “Hanno figli già grandi oppure non ne hanno, e quindi non sono costretti a rimanere a causa della scuola. Alcuni hanno legami con un altro paese o regione, il che rende naturale il trasferimento o il ritorno”.
Candy, 51 anni, ha fatto fortuna nel settore immobiliare del Regno Unito, ma ora guarda all’estero. Ha partecipato all’evento di Abu Dhabi all’hotel Jumeirah. Tra i temi c’erano la sostenibilità e l’intelligenza artificiale. Candy, che ha proprietà a Londra e nell’Oxfordshire, ha dichiarato di voler trascorrere più tempo in Medio Oriente, dove ha importanti progetti. Forse non sorprende che parli apertamente del rapporto tra il suo paese e i residenti stranieri ricchi. “Assisteremo alla più grande fuga di talenti mai vista nel Regno Unito”, dice. “E non sgomiteranno per tornare indietro”. ◆ gim
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Questo articolo è uscito sul numero 1591 di Internazionale, a pagina 105. Compra questo numero | Abbonati