In un articolo intitolato Memento millenial la critica statunitense Ayesha A. Siddiqi esamina alcuni oggetti culturali (i libri di Sally Rooney, la serie Fleabag) per marcare un po’ di differenze tra i millennial (i nati tra il 1981 e il 1996) e la generazione Z (i nati tra il 1995 e il 2010). Come prevedibile i millennial, la generazione a cui Siddiqi appartiene (e anche la sottoscritta), ne escono in maniera non troppo malconcia, ampiamente storicizzabile, inquietantemente trasparente: tra le varie differenze c’è l’idea di essere stati, soprattutto sul fronte della musica indie/alternative, l’ultimo gruppo di persone veramente settarie, educate a fare un discrimine tra cose giuste e sbagliate, ma senza assumerne le conseguenze politiche ed estetiche.

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Che c’entra questo con Cristallo metallo, il nuovo singolo dei Post Nebbia in uscita per l’etichetta La Tempesta? Niente, se non che la formazione veneta è un buon esempio di band cresciuta a metà, che se ne frega di questi sunti generazionali. Ma quando il leader del gruppo Carlo Corbellini canta “Per questo ti do la mia serenità / I miei vestiti la mia identità… io non voglio svegliarmi più nel mio corpo” su note da Beach Boys crepuscolari, coglie un processo di svestizione che ha anche una dimensione collettiva. È affascinante seguire il percorso di musicisti nati alla fine degli anni novanta, che per l’anagrafe sono legittimamente post-internet, che si portano dietro echi settari ma sanno mescolare meglio ritmi e sostanze, con una disinvoltura che i Post Nebbia sintetizzano bene.

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Questo articolo è uscito sul numero 1457 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati