Tre segnalazioni, due di artisti ascoltati dal vivo, la terza che nasce da un suggerimento di chi ascolta più musica stradaiola di me in questo momento. I Real Timpani sono una band che si muove nella provincia lombarda con all’attivo un ep dal titolo The great torre. Se fosse una microcategoria da classifica di fine anno su Spotify sarebbe jazz + Stranger things, con delle stratificazioni di ragionato istinto in più; Io non sto più qui è di una gentilezza che mi riporta alle astrazioni di Grouper senza il sovraccarico esistenziale.
I Turbetto sono un duo di San Marino che canta in italiano e in un set intervallato dalle migliori incursioni di stand up involontaria mi hanno ricordato che, in mezzo alle tante importazioni americane, il surrealismo slacker dei Neutral Milk Hotel da queste parti non ha ispirato la nascita di molte band, ed è un peccato. Dalla struttura ritmica ruvida e basilare, in brani come Claudio arrivano a fare ironia sugli alberi che parlano tra di loro per proteggersi dall’incendio, ma che lo fanno a fare se non possono scappare?
Infine c’è Ele A, rapper e cantante svizzera, che appena la senti pensi “old school” e “West Coast”, anche se più che alla Los Angeles hip hop di Dr. Dre e Snoop Dogg, in El clásico, con Guè e DJ Shocca, rimanda alla malinconia urbana di Drinking in L.A. dei Bran Van 3000, uscita cinque anni prima che lei nascesse. C’è un sacco di genealogia nei suoi pezzi ma anche istinto, pulizia e riconoscibilità, e speriamo che non finisca anche lei nella spirale dei dischi di diciotto tracce che impestano la produzione del genere che tanto la appassiona. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1534 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati