Abbiamo un bambino piccolo e, anche se io e la mia compagna sentiamo che questa dimensione a tre sia giusta per noi, abbiamo il dubbio di togliere a nostro figlio la ricchezza di avere un fratello o una sorella.–Ettore

Avere fratelli sicuramente aumenta la probabilità di sperimentare una maggiore ricchezza emotiva nella vita, ma non è automatico.

Nel posto dove andavo al mare da ragazzino c’erano tre fratelli che sembravano inseparabili ma che da adulti, quando sono morti i genitori, hanno litigato sull’eredità e ora non si parlano più. Una mia amica ha tre sorelle e un fratello, ma con nessuno di loro ha il rapporto strettissimo e viscerale che custodisce con una cugina coetanea. Un’altra amica che aveva un solo figlio si era fatta problemi simili ai vostri, ma anni dopo si è separata dal marito e si è messa con una donna che aveva altri due figli: insieme hanno formato una famiglia allargata.

Più affetto c’è nella vita delle persone e meglio è, ma questo può arrivare da tante combinazioni diverse. Pensa alla differenza tra chi ha nonni molto presenti e chi invece non li vede mai; o a una madre single di tre figli, dove i fratelli ci sono ma il genitore è uno.

Arricchire la vita familiare dei figli è sicuramente un bene, ma non è necessario seguire una formula preconfezionata. Nonni, cugini, zii, nuovi compagni dei genitori, perfino amici di famiglia possono diventare punti di riferimento importanti, senza che nessuno si senta forzato a seguire un modello che non sente suo.

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Questo articolo è uscito sul numero 1509 di Internazionale, a pagina 14. Compra questo numero | Abbonati