Cultura Libri
I Netanyahu
271 pagine, 20,00 euro

Il nuovo romanzo di Joshua Cohen, un ritratto del padre del primo ministro israeliano, ha origine dall’ammirazione suscitata dal suo lavoro precedente, Il libro dei numeri. Nel maggio 2018 Cohen ricevette un’e-mail da Harold Bloom, critico e professore di Yale, che lo convocava in Connecticut. Bloom avrebbe poi incluso Il libro dei numeri nella sua lista di romanzi “da leggere e rileggere”. I Netanyahu è dedicato alla memoria di Bloom, e completa una storia che il critico raccontò a Cohen sul ruolo di accompagnatore di Benzion Netanyahu, un accademico di origine polacca residente in Israele, il padre di Benjamin, durante una visita alla Cornell univer-sity. Nel romanzo Harold Bloom, difensore del canone occidentale, diventa Ruben Blum, specialista in storia economica. È scelto, unico ebreo della facoltà, per ospitare un oscuro storico della Spagna tardo-medievale, che viene per un’intervista. La maggior parte del libro è dedicata al resoconto meravigliosamente pedante di Blum sulla sua vita a Corbindale e sulla visita fatta nel gennaio 1960 da Benzion Netanyahu, sua moglie e i loro tre figli selvaggi e scostanti. Questa serata infausta offre ampie opportunità ai poteri descrittivi di Cohen. Con i suoi tempi serrati, il narratore stravagante, il ritratto della vita ebraico-americana su uno sfondo semi-rurale e i momenti di crudele satira accademica, I Netanyahu sembra un tentativo delizioso d’incrociare Lo scrittore fantasma di Roth e Fuoco pallido di Nabokov.

Leo Robson, The Guardian

Fairy tale
677 pagine, 21,90 euro

Stephen King non è nuovo a quel tipo di fantasy in cui dei giovani protagonisti inconsapevoli attraversano un portale e finiscono in altri mondi. L’eroe di Fairy tale ha 17 anni e si chiama Charlie Reade. Atleta di talento, Charlie salva la vita di Howard Bowditch, un eccentrico che vive da solo con il suo vecchio pastore tedesco Radar. Inserendosi nella vita di Bowditch come infermiere e tuttofare, Charlie scopre lentamente che il suo vicino è dipendente non solo dalla solitudine e dai segreti (e, alla fine, dagli antidolorifici), ma anche dai tesori di un luogo chiamato Empis, un regno che visita scendendo “185 gradini di pietra di varie altezze” sotto un capanno nel cortile. Ci vogliono molte pagine perché Charlie entri in quel capanno, ma alla fine arriva a Empis con Radar al suo fianco. Lì trova un regno in difficoltà: la famiglia reale è stata rovesciata da tempo dall’usurpatore Flight Killer, che ha inflitto alla popolazione una misteriosa malattia sfigurante. Tra i malati che Charlie incontra spicca Leah, una principessa spodestata la cui “bellezza da libro di fiabe” è rovinata dalla bocca mancante, “una linea bianca annodata”. Nei romanzi di King tutti i mondi possibili, i suoi e quelli degli altri, sembrano permanentemente interconnessi. Fairy tale è un mash-up intertestuale che attraversa il multiverso e salta i generi. Fortunatamente, è anche un’appassionante avventura a episodi, guidata da incontri memorabili e da un’azione ben congegnata. Matt Bell, The New York Times

Matrix
272 pagine, 19,00 euro

Una badessa nell’Inghilterra medievale è un’eroina impegnativa. Abbiamo bisogno di una guida fidata, di qualcuno che possa drammatizzare quel periodo remoto rendendolo rilevante per le nostre vite. Groff è quella guida. Al centro della sua storia c’è Marie de France, scrittrice conosciuta per alcune poesie d’amore cortesi. Il resto della biografia di Marie è una congettura aperta, e Groff cavalca in questa lacuna su un nobile destriero. Quando si apre Matrix, Marie, a 17 anni, è nominata priora di un’abbazia fatiscente. C’è un sentore di Edgar Allan Poe quando la ragazza si avvicina a questo “luogo oscuro, strano e miserando”, circondato da tombe fresche. È accolta da due suore derelitte, una pazza e l’altra furiosa. Pensa di fuggire dall’abbazia, di correre nei boschi da sola e di diventare una donna selvaggia. Ma è “intrappolata in una grande rete fatta dal suo sesso”. Alla fine, Marie è una guerriera, non una che si arrende. Diventa straordinariamente abile nell’utilizzare gli elementi della repressione a proprio vantaggio, e lotta per trasformare l’abbazia in un’oasi femminile. Inevitabilmente, i suoi sforzi entreranno in conflitto con i rituali maschili della fede cattolica.
Ron Charles, The Washington Post

Il gran mondo
624 pagine, 23,00 euro

Pierre Lemaitre, che conosce bene i romanzi ottocenteschi, inventa una nuova saga familiare saldamente radicata nella tradizione della soap opera. L’autore accompagna i Pelletier dal 1948 tra Beirut, Parigi e Saigon. In Libano, i genitori Louis e Angèle gestiscono la fabbrica Savons du Levant con calma e competenza. Dietro di loro ci sono i quattro figli, tre maschi e una femmina, che non hanno l’ambizione di rilevare l’attività del padre. Il lettore segue i loro destini. Con François, che sogna di diventare giornalista a Parigi, assistiamo all’ascesa della stampa francese. Con Jean e Geneviève, la sua moglie sgraziata, percepiamo i piccoli fallimenti di una coppia di negozianti poco caritatevoli. Étienne, partito per l’Indocina per trovare la sua compagna, scopre un paese in cui i funzionari francesi giocano alla lotteria con la valuta locale. Hélène rimane senza dubbio la più misteriosa della famiglia, per poi sorprendere tutti. Lemaitre salta da una figura all’altra mentre dipinge un’epoca. Ama le storie poliziesche e inserisce nel romanzo un serial killer e alcuni misteri da risolvere. La scrittura è veloce, muscolare e non cerca abbellimenti.

ChristineFerniot, Télérama

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1478 - 16 settembre 2022
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