Margaret è una donna di 35 anni che ha alle spalle una lunga storia di violenze inflitte e subite. Dopo un brutale litigio con la madre, un ordine restrittivo la costringe a stare ad almeno cento metri dalla casa di famiglia, accrescendo il suo senso di solitudine. I casini familiari sono una miniera d’oro per il cinema. Lo conferma la magistrale apertura di La ligne, con figlia e madre l’una contro l’altra. Poi però Ursula Meier opta per un film troppo tranquillo, con la psicologia in primo piano e Benjamin Biolay, che interpreta il fidanzato di Margaret, relegato sullo sfondo.
Frédéric Strauss, Télérama
Svizzera/Francia/Belgio 2022, 103’. In sala
Stati Uniti/Nuova Zelanda 2022, 99’. In sala
M3gan è il giocattolo di lusso definitivo. Una bambola cyborg con limpidi occhi blu e la capacità d’imparare dal rapporto con il suo utente primario. Ed è un’ancora di salvezza per la sua creatrice, un’ingegnera elettronica che dopo la morte della sorella e del cognato deve prendersi cura della sua traumatizzata nipote di otto anni. Un lavoraccio che la donna è ben felice di appaltare alla sua Barbie-Frankenstein, anche se dovrà pentirsene. Ultimo arrivato nel sottogenere delle bambole assassine, M3gan è un horror gustoso, furbo, divertente e non fa troppa paura. E anche se non ha l’energia psicotica di Chucky o il rancore di porcellana di Annabelle, M3gan sfrutta un brio tecnologico tutto contemporaneo. C’è da scommettere che la rincontreremo.
Wendy Ide, The Observer
Francia 2021, 97’. In sala
Tornato in Francia dal fronte afgano e liberatosi di un traffico d’oppio nel quale era stato coinvolto da due commilitoni, l’ex soldato Christian decide di fare il pastore. Ma i suoi problemi sono solo all’inizio. Sentinelle sud dimostra subito una certa libertà, svincolandosi dai codici del noir da cui comunque attinge a piene mani. Gli animali che razzolano nel film – cani, montoni, pulcini – rispecchiano le peripezie di tre soldati traumatizzati: sopravvissuti guidati da istinti primari in cerca di normalità. E confinando i personaggi alla periferia della vita, Gérault, all’esordio, mette in scena un malessere che non appartiene solo ai reduci.
Olivia Cooper-Hadjian, Cahiers du Cinéma
Francia 2021, 107’. In sala
Perché dovremo resistere alla proposta simpatica e sgangherata di Samuel Benchetrit? Fedele alla sua vena surrealista, questo prolifico narratore (letteratura, teatro, cinema) inventa una storia in tre strisce. Il boss di una piccola banda di mafiosi portuali s’innamora di una giovane cassiera e si fa scrivere per lei delle poesie da uno dei suoi scagnozzi. Un altro scagnozzo che deve recuperare un credito, finisce per innamorarsi di un’attrice balbuziente e la aiuta a mettere in scena una commedia musicale su Sartre. Gli ultimi due hanno il compito di convincere, con le buone o le cattive, i compagni di scuola della figlia del boss ad andare alla festa della ragazza. Il fascino del film sta nell’idea che anche i duri nascondono in loro tanta tenerezza, ma lavora anche sull’arbitraria distanza tra causa ed effetto. È in quello spazio libero condiviso con lo spettatore che si depositano le cose migliori della commedia. Jacques Mandelbaum, Le Monde
Stati Uniti / Regno Unito 2023, 107’. In sala
Se si considera che Airport e i suoi sequel si svolgevano principalmente tra le nuvole, non deve sorprendere che The plane si svolga per lo più a terra, in un terminal. Il coraggioso pilota Broadie (ex militare), durante un volo da Singapore a Tokyo è costretto a un atterraggio di fortuna su un’isola filippina controllata da una non meglio identificata milizia separatista, famosa per rapimenti e uccisioni. Broadie affronta i cattivi, deciso a portare in salvo passeggeri ed equipaggio. Film d’azione poco impegnativo che può valere la raccomandazione visto il momento stanco della stagione cinematografica.
Glenn Kenny, The New York Times
Articolo precedente
Articolo successivo
Inserisci email e password per entrare nella tua area riservata.
Non hai un account su Internazionale?
Registrati