Cultura Schermi
Ancora un’estate
Léa Drucker, Samuel Kircher
Francia 2023, 104’. In sala
Ancora un’estate (dr)

Anne (Léa Drucker), avvocata penalista specializzata in casi con minori vittime di violenza sessuale, ha una vita borghese insieme al marito Pierre e alle loro due figlie adottive. All’arrivo delle vacanze estive, Pierre ospita nella loro grande casa Théo (Samuel Kircher), il figlio di 17 anni, nato da un precedente matrimonio. Inizialmente i rapporti di Anne con Théo sono piuttosto freddi, ma presto tra loro nasce evidentemente qualcosa e il desiderio si erge come un muro contro il quale correre a schiantarsi. Dieci anni dopo Abus de faiblesse, Catherine Breillat torna a una storia di conflagrazione romantica, che non si può davvero ridurre solo al tema delle relazioni incestuose. La regista infatti presta la stessa attenzione alla passione fuorviante quanto allo spaventoso meccanismo che innesca, cioè quello della negazione collettiva di fronte al compromesso borghese, così potente da sembrare capace di assorbire tutta la realtà.
Mathieu Macheret, Le Monde

Drive-away dolls
Margaret Qualley, Geraldine Viswanathan
Stati Uniti 2024, 84’. In sala
Drive-away dolls (dr)

Dopo diciotto film insieme, Joel ed Ethan Coen hanno fatto un film a testa, tutti e due interessanti. Ma più interessante è che le due pellicole suggeriscono quale sia stato il contributo di ciascuno dei fratelli alla sensibilità collettiva che hanno creato. Macbeth di Joel Coen è ambientato in una versione iperconcentrata del purgatorio in cui si svolge la maggior parte dei film dei fratelli. Al contrario Drive-away dolls di Ethan Coen è una commedia lesbica leggerissima. L’impressione è che i due si bilanciassero. Ethan ha scritto la sceneggiatura con la moglie Tricia Cooke, queer, che si è ispirata alla sua frequentazione dei bar per lesbiche: Jamie e Mariam salgono sull’auto sbagliata e finiscono nel mirino di due improbabili gang-ster. Il film ricorda un po’ Arizona junior, un po’ Il grande Lebowski. Non è al livello di nessuno dei due, ma abbastanza piacevole da reggere un’ora e venti. E le due protagoniste, Margaret Qualley e Geraldine Viswanathan, sono divertenti in modo selvaggio.
Alison Willmore, Vulture

Los colonos
Mark Stanley
Cile / Argentina / Regno Unito / Taiwan / Svezia Germania / Danimarca / Francia 2023, 97’. In sala

Con un intento politico, l’esordio di Felipe Gálvez Haberle racconta come il Cile, molto dopo le barbarie dei conquistadores, sia stato costruito sulla violenza e sul sistematico massacro degli indigeni. In questo caso dei selknam, nella Terra del Fuoco dove in nome del proprietario terriero José Menéndez (i cui discendenti ancora possiedono una buona parte della Patagonia, cilena e argentina) furono compiute espoliazioni ed espropriazioni. Di fronte all’onnipotente imperturbabilità di Menéndez (un Alfredo Castro imperiale) si dispiega per contrasto un’evocazione di rara violenza. Tra iperrealismo e allegoria seguiamo le sanguinose avventure di un male assortito trio di cavalieri – un militare britannico, un cow boy statunitense e un indigeno collaborazionista – che hanno il ruolo di demoni sterminatori. Formalmente brillante, il racconto trova equilibrio in un epilogo più sobrio.
Thierry Méranger, Cahiers du Cinéma

Memory
Jessica Chastain, Peter Sarsgaard
Stati Uniti / Messico 2023, 100’. In sala

Una storia d’amore tra due creature fragili, sorprendente soprattutto perché arriva da un regista indipendente noto per aver sottoposto i suoi personaggi a spietate umiliazioni. In Memory Michel Franco è più misericordioso. Prima di ritrovarsi a una riunione di ex compagni di liceo, Sylvia (Jessica Chastain) e Saul (Peter Sarsgaard) hanno avuto la loro dose di sofferenza. Lei a scuola ha subìto una violenza e sospetta che lui abbia preso parte all’abuso. Lui è vedovo ed è affetto da demenza, quindi ha problemi a ricordarsi anche cose accadute da pochi minuti. La storia tra loro potrebbe sembrare un esercizio retorico, ma Franco tratta i personaggi come persone reali, non artificiali, ed è aiutato dalle interpretazioni delle due star, particolarmente convincenti. Un film che invita a discutere più che a dare interpretazioni definitive.
Peter Debruge, Variety

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1553 - 8 marzo 2024
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