Qualche mese fa scrivevo su questa rubrica che dopo scandali, truffe e crac miliardari le promesse del bitcoin e delle altre criptovalute si erano ormai rivelate solo un’illusione. Allora come si spiega che il bitcoin abbia messo a segno un nuovo record, raggiungendo il valore di 69mila dollari il 5 marzo?
Nel 2022 la criptovaluta, lanciata nel 2008 dal misterioso hacker Satoshi Nakamoto, valeva solo sedicimila dollari. Nel frattempo non è diventata più utile: resta una “non-moneta” basata su una tecnologia, la blockchain, che non è mai diventata utile (e per di più ha un impatto energetico e ambientale insostenibile). La novità è che a gennaio la Securities and exchange commission (Sec, l’autorità di vigilanza della borsa statunitense) ha autorizzato l’emissione di Etf legati ai bitcoin, cioè titoli di solito a rischio contenuto che replicano l’andamento di un paniere di titoli sottostanti. Così il bitcoin è diventato un investimento per grandi fondi e piccoli risparmiatori, non solo per nerd utopisti o amanti del rischio.
Il mondo delle criptovalute resta un casinò dove nel lungo periodo si può solo perdere, perché si cambiano soldi veri con gettoni senza valore. Ma la Sec, invece di combattere la ludopatia, ha spostato il casinò dalla periferia nella piazza centrale della città. Non finirà bene. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1553 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati