**◆ **La parola “misterioso” è un toccasana. Se per esempio un giornale racconta di un sottomarino militare che non si trova, la “misteriosa scomparsa” è d’obbligo. Come diventa inevitabile darci dentro col mistero quando non si ha più notizia del sottomarino che portava qualche miliardario a dare una costosa sbirciata al relitto del Titanic. Ah che mistero, gli ingredienti ci sono tutti: i soldi, le profondità del mare, le creature mostruose degli abissi e il funerario Titanic che, tra le sue cose misteriose, ha quel nome che nelle redazioni radiotelevisive non si riesce a capire come pronunciarlo e ognuno lo dice come gli pare: Tìtanik, Titànik, Taitènik, Taitànuk, Titanìcce. In realtà di veramente misterioso c’è soprattutto perché mai si spende una fortuna per andare a vedere ciò che resta del Titanic, quando in rete ci sono le foto e lì si capisce che non c’è un bel niente da vedere. Naturalmente ognuno spende i suoi soldi come gli pare e mette a rischio la vita secondo il suo estro. Però perché solo il Titanic? Se proprio si vuole andare in gita per cimiteri subacquei, be’, ce ne sono di più recenti e più istruttivi nel fondo gorgo del mare nostrano o del mare greco, dove corpi affiorano e affondano di continuo, e le correnti sottomarine – per usare le parole di Thomas Stearns Eliot – spolpano anche adesso, mentre scrivo, le ossa in mormorii.
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Questo articolo è uscito sul numero 1517 di Internazionale, a pagina 14. Compra questo numero | Abbonati