Editoriali

La sinistra riparte dalle città

La stagione positiva del centrosinistra europeo continua. Alle vittorie in Norvegia e Germania è seguita questa settimana una buona notizia dal sud, dove alle elezioni amministrative italiane il Partito democratico (Pd) ha ottenuto risultati convincenti. A Milano, Bologna e Napoli gli elettori hanno affidato un mandato solido ai candidati progressisti, mentre Roma e Torino si aggiungeranno probabilmente alla lista dopo il ballottaggio.

I risultati sono stati accolti con comprensibile entusiasmo da Enrico Letta, che è alla guida del Pd dal marzo 2021. Sono una prova, ha detto, che la destra “si può sconfiggere”, dopo un periodo di crescita del partito di estrema destra Fratelli d’Italia e della Lega. Il risultato negativo della Lega di Matteo Salvini e l’eliminazione dalla corsa a sindaco di Roma di Virginia Raggi, del Movimento 5 stelle, hanno portato alcuni commentatori a sostenere che la stagione dei populismi sia in declino. Ma forse è prematuro pensare a una svolta politica. Come alle elezioni francesi di giugno, il dato rilevante del voto italiano è la scarsa affluenza alle urne. Forse l’alto livello di astensione può essere interpretato come un segnale di fiducia verso il presidente del consiglio Mario Draghi, l’ex capo della Banca centrale europea chiamato a febbraio a guidare il governo in un momento di caos politico. La cattiva prestazione del partito di Salvini rende improbabile la sua uscita dalla maggioranza, lasciando Draghi libero di governare fino al 2023. Ma la combinazione di elettori apatici e un governo tecnico prolungato non è il sintomo di una democrazia in salute.

Le amministrative italiane riflettono anche una tendenza europea: i partiti di centrosinistra ottengono vittorie nette nelle grandi aree urbane ma faticano nei piccoli centri e nelle zone rurali. Per vincere le legislative, però, serve un sostegno geograficamente e democraticamente più ampio. In Italia è la forte presenza nelle aree periferiche e nei paesi più piccoli a premiare sempre Fratelli d’Italia e la Lega nei sondaggi. In Francia le stesse zone sono la roccaforte del Rassemblement national di Marine Le Pen. Per cambiare davvero lo zeitgeist, lo spirito del tempo, i partiti europei di centrosinistra dovranno trovare il modo di vincere anche fuori dalle metropoli. ◆ as

Una chiesa da cambiare

Per molto tempo l’idea del prete che molesta i bambini è stata quasi un pettegolezzo, tra il segreto e la battuta volgare. Ma dal 2010, quando le vittime hanno cominciato a parlare, in Francia e in molti altri paesi sappiamo che queste aggressioni sessuali sono tante e spesso sono coperte dalla gerarchia cattolica. Il rapporto della commissione indipendente sugli abusi sessuali nella chiesa, pubblicato il 5 ottobre, dà a queste violenze la dimensione di uno scandalo su vastissima scala. Si stima che dal 1950 a oggi 216mila persone sono state vittime di abusi da parte di sacerdoti o religiosi quando erano minorenni; circa tremila ecclesiastici si sono comportati da pedofili.

Il punto è sapere quali lezioni saprà trarre dalla vicenda un’istituzione che in questo ambito ha fatto della dissimulazione e della mancata denuncia di reati penali un principio fondante. La commissione presieduta da Jean-Marc Sauvé propone alcune linee: la chiesa cattolica deve riconoscere le sue responsabilità in quanto istituzione, impegnarsi in un meccanismo di “riparazione finanziaria” e cambiare la sua modalità di governo, i percorsi di formazione e prevenzione. Inoltre la giustizia penale dovrebbe prevalere sul diritto canonico, si dovrebbe mettere in discussione la “sacralità della figura del religioso” e dare più spazio alle donne.

C’è da chiedersi se queste misure, in realtà minime, basteranno alla chiesa per riconquistare la fiducia persa e far sentire la sua voce nella società. Fondata sul dominio maschile, la chiesa cattolica sembra ignorare un principio fondamentale delle società moderne: l’uguaglianza tra uomini e donne. Il numero “ingente” e il carattere “sistemico”degli abusi sessuali rivelati dalla commissione indipendente pone non solo la questione della responsabilità di fronte alla società, ma anche quella del celibato dei sacerdoti e del ruolo riservato alle donne. ◆ gim

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1430 - 8 ottobre 2021
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