Dopo tredici anni al potere, il più longevo primo ministro della storia olandese lascerà il suo ufficio per un’aula scolastica.
Il 10 luglio, tre giorni dopo la caduta del suo governo, Mark Rutte ha sorpreso tutti annunciando il ritiro dalla politica. Inizialmente aveva detto di avere “energie e idee” per andare avanti, ma poi ha deciso di lasciare la guida del Partito popolare per la libertà e la democrazia (Vvd, liberale) di cui è stato il leader per 17 anni. Rutte insegna sociologia una volta alla settimana in una scuola dell’Aja. “Forse lo farò un po’ più spesso”, ha dichiarato. Il premier resterà in carica fino alle elezioni anticipate, che si terranno a novembre.
Si è guadagnato il soprannome “Teflon Mark” per la sua capacità di superare le crisi politiche, come lo scandalo sui sussidi per i figli a carico che nel 2021 lo aveva costretto alle dimissioni. Due mesi dopo era tornato al potere in seguito alla vittoria del Vvd alle elezioni. I colleghi e gli amici lo definiscono un amministratore più che un leader carismatico, capace di convincere i partiti rivali a dialogare e trovare compromessi. Rutte è stato l’incarnazione della cultura olandese del consenso: pragmatico, flessibile e poco ispirato.
Ma negli ultimi anni la sua mancanza di apertura, il suo coinvolgimento in una serie di polemiche e un generale calo della fiducia nella politica avevano fatto precipitare la sua popolarità ai livelli più bassi di sempre. Secondo un sondaggio del programma televisivo EenVandaag tre persone su quattro ritenevano “inaccettabile” il ritorno di Rutte come primo ministro dopo le elezioni di novembre. L’83 per cento era insoddisfatto del suo ultimo governo di coalizione.
Anche la capacità di Rutte di creare consenso era stata messa in discussione. Durante la stesura del nuovo piano sull’immigrazione aveva pubblicamente ventilato l’ipotesi di una rottura, nonostante le trattative fossero ancora in corso. Il sistema di accoglienza olandese è in crisi perché i posti nei centri per richiedenti asilo non sono sufficienti. Ma oggi la situazione non è grave come nel 2022, quando centinaia di persone erano state costrette a dormire all’aperto per mesi senza acqua potabile, servizi igienici e assistenza sanitaria. Gli altri partiti della coalizione hanno accusato Rutte di aver creato inutili tensioni, affermando che il premier non si era mai mostrato così inflessibile.
Mossa strategica
Davanti a questo atteggiamento c’è chi ha ipotizzato che la caduta del governo sia stata una scelta voluta per andare a elezioni anticipate. I sondaggi, infatti, prevedono che il Vvd si confermi come prima forza politica del paese, nonostante le elezioni provinciali di marzo si siano concluse con la vittoria a sorpresa del Movimento civico-contadino (Bbb), un partito nato dalle proteste contro i piani del governo per limitare le emissioni di azoto del settore agricolo.
“Sembra una mossa strategica”, dice Simon Otjes, che insegna politica all’università di Leida. “Mentre altri temi, come i limiti alle emissioni di azoto, sono molto più complessi, l’immigrazione è un argomento molto più favorevole su cui impostare la campagna elettorale”. Rutte aveva subìto le pressioni dell’ala destra del suo partito, che avrebbe voluto assumere una posizione più dura sui migranti. Due terzi degli olandesi pensano che le regole sull’immigrazione dovrebbero essere più rigide, e il Vvd potrebbe essere tentato di “trasformare le elezioni in un referendum su questo tema”, aggiunge Otjes.
La prossima sfida per il partito sarà trovare un nuovo leader capace di guidare il partito alle elezioni. Il principale rivale del Vvd sarà il Bbb, che a marzo ha conquistato la maggioranza dei seggi al senato. Negli ultimi sondaggi è dato testa a testa con il Vvd, con un numero di seggi compreso tra 23 e 29 su un totale di 150. Tutti gli altri partiti seguono a grande distanza. Il Partito per la libertà (estrema destra), attualmente la prima forza di opposizione, dovrebbe oscillare tra 12 e 16 seggi. I laburisti del Pvda e la Sinistra Verde hanno annunciato che si presenteranno insieme, e potrebbero ottenere complessivamente venti seggi. ◆ as
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Questo articolo è uscito sul numero 1520 di Internazionale, a pagina 24. Compra questo numero | Abbonati