I libri italiani letti da un corrispondente straniero. Questa settimana la freelance norvegese Eva-Kristin Urestad Pedersen.
Elvira Notari. Non avevo mai sentito nominare la regista napoletana, forse la prima donna a dirigere film in Italia e sicuramente tra le più attive. Con La figlia del Vesuvio il giornalista Emanuele Coen, usando un mix di fatti biografici e finzione, racconta la vita di Notari, una vera e propria eroina della cultura cinematografica e femminista italiana. La sua storia somiglia alla trama di un film. Alla vita della regista, costretta da giovane a lasciare Salerno per Napoli, insieme alla famiglia, Coen aggiunge le sfide di una giovane intraprendente nella città campana all’inizio del novecento, la censura, le tensioni sociali e i legami con la giovane società italo-americana, creando così il romanzo storico di un’epoca affascinante e significativa per tutta l’Italia. Era un’epoca di grandi cambiamenti, e Notari era un prodotto di questi cambiamenti e contemporaneamente ne era un simbolo. Che La figlia del Vesuvio sia uscito nel 2023, un anno che ha messo in primo piano le registe italiane è curioso. La censura ufficiale non c’è più, ma c’è comunque un filo rosso molto evidente tra Elvira Notari e le sue colleghe di oggi: una battaglia che cominciò con lei e che le sue eredi stanno ancora combattendo. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1546 di Internazionale, a pagina 78. Compra questo numero | Abbonati