Il proseguire della guerra in Ucraina rende sempre più necessario capire come funziona il sistema politico putiniano che l’ha provocata. Questo libro aiuta a farlo adottando un punto di vista originale: analizza le vite di quattro persone che hanno attraversato la trasformazione della Russia dall’epoca sovietica al regime attuale. Il primo è Vjačeslav Ivankov, detto “il Giapponesino”, un boss mafioso che dopo il 1989 intrecciò relazioni con gli Stati Uniti e cominciò a lavorare per quanti, all’ombra di Boris Eltsin, si stavano arricchendo ai danni dello stato. Il secondo è Boris Berezovskij, un oligarca che di quel momento approfittò grandemente, salvo poi ritrovarsi escluso dall’ascesa di Putin che lui stesso aveva favorito. Il terzo è il detenuto Sergej Savelev, che a partire dal 2021, diffondendo video di torture, ha cominciato a far capire al mondo come Putin sfrutta per i suoi fini la violenza carceraria. Il quarto è l’hacker Nikita Kuzmin, la cui traiettoria rivela come le buoni condizioni offerte dal regime ai criminali informatici contribuiscano in ultima analisi a indebolire il regime stesso. Con vividi dettagli e mettendosi talvolta in scena, il sociologo Federico Varese fa capire l’importanza dei primi anni novanta, e più in generale quanto studiare i poteri informali e nascosti sia utile a comprendere la natura e il funzionamento delle istituzioni legittime. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1496 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati