Tre amici, l’estate, i fiori da annaffiare. Sembrerebbe una tranquilla villeggiatura svedese. Addirittura, all’inizio, i nostri tre protagonisti – Annika, Jonas e David – si annoiano anche un po’. Poi però una casa disabitata appare all’orizzonte e cominciano a succedere un mucchio di cose strane. Banale? In realtà Maria Gripe, autrice svedese morta nel 2007, mette in campo la sua penna raffinata e il suo amore per il gotico per donare ai suoi lettori filosofia e suspense. Gli eventi sono solo un mezzo per farsi domande importanti. Annika, Jonas e David, in mezzo a mille avventure, si chiedono cosa lega le persone nel tempo. C’è un filo che annoda tutto? Nella famosa casa abbandonata, seguendo il volo a zig zag di uno scarabeo, si ritrovano tra le mani un antico cofanetto che contiene le lettere di un giovane, allievo del naturalista Carlo Linneo, alla sua amata. Dal cofanetto salta fuori di tutto: un amore, una maledizione, una teoria filosofica e una misteriosa partita a scacchi. Insomma, i tre amici cominciano a inseguire fantasmi del passato. Il libro, per certe atmosfere, ricorda Cime tempestose di Emily Brontë e deve molto anche al gotico britannico dell’ottocento. Una lettura molto godibile e senza dubbio avvincente.
__**Igiaba Scego**

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Questo articolo è uscito sul numero 1461 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati