Timothée de Fombelle sa regalarci storie fantasmagoriche, dai colori vividi e dalle parole mai banali. Alma del vento. Il canto della libertà racchiude in sé tutti i pregi dell’opera di De Fombelle unendola a un’interessante ricostruzione storica. Al centro della vicenda, ambientata nel 1787, c’è un tesoro. Alma e Joseph sono sulle sue tracce. Ma in realtà, arrivata a Santo Domingo Alma cerca anche qualcuno, suo fratello Lam. Da qui si dipana una storia piena di colpi di scena, riconoscimenti inaspettati, paure, scontri, fatali incontri, luce, oceani, navi, pirati. De Fombelle ci regala una ragazza che è puro coraggio e pura incoscienza. E la vedremo nel corso della storia scapicollarsi dai Caraibi alla Louisiana, tra una schiavitù e l’altra. Perché al centro della storia c’è la sofferenza delle persone schiavizzate, persone che lottano senza risparmiarsi per sopravvivere. E Lam in tutto questo dov’è? Alma lo cerca ovunque, anche dentro di sé. Per questo non si ferma mai, su uno scacchiere che va dal Pacifico all’Atlantico, dall’America all’Europa. È un libro che ha sicuramente una componente didattica non indifferente, perché leggendo di Alma, possiamo imparare la grande storia. Ma è l’avventura, quella più pura, più sublime, a tenerci attaccati alla pagina. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1589 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati