Dopo una serie di bombardamenti statunitensi che il 15 marzo hanno provocato almeno 53 morti e un centinaio di feriti nello Yemen, il 17 marzo i miliziani sciiti huthi hanno rivendicato un nuovo attacco nel nord del mar Rosso contro la portaerei statunitense Uss Harry Truman che avevano preso di mira il giorno precedente. Secondo l’agenzia di stampa degli huthi, Washington avrebbe effettuato altri raid nella notte tra il 16 e il 17 marzo, colpendo una fabbrica nell’ovest del paese e il ponte di comando della Galaxy Leader, una nave sequestrata un anno fa dai miliziani e ormeggiata nel porto di Hodeida.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ordinato un’operazione militare contro il gruppo yemenita, parte dell’“asse della resistenza” sostenuto dall’Iran contro Israele, con l’obiettivo di fermare gli assalti alle navi commerciali nel mar Rosso. Il 16 marzo il segretario di stato Marco Rubio ha dichiarato che i bombardamenti continueranno finché gli huthi non fermeranno i loro attacchi.

Si tratta della prima offensiva militare statunitense in Medio Oriente dal ritorno di Trump alla Casa Bianca e dei bombardamenti più sanguinosi condotti contro lo Yemen da quando sono cominciati gli attacchi nel mar Rosso nel novembre 2023. Gli huthi, che controllano la maggior parte dello Yemen, hanno lanciato un’offensiva per colpire le navi dirette in Israele, in solidarietà con i palestinesi di Gaza. L’11 marzo hanno annunciato una ripresa degli attacchi contro le navi legate agli interessi israeliani che attraversano il mar Rosso, il mar Arabico, lo stretto di Bab al Mandeb e il golfo di Aden, interrompendo un periodo di calma relativa cominciato a gennaio con la tregua a Gaza. La decisione è stata presentata come una risposta alla decisione israeliana di bloccare l’ingresso degli aiuti umanitari nel territorio palestinese.
Al culmine della campagna nel mar Rosso, tra il novembre 2023 e l’aprile 2024, gli huthi hanno condotto 319 attacchi, ostacolando il traffico marittimo su una rotta strategica, dove transita ogni anno il 12 per cento del commercio mondiale. Se prima nel mar Rosso ogni anno passavano in media 25mila navi, ora sono diecimila. Molti mercantili oggi circumnavigano il continente africano, allungando la durata del viaggio da Shanghai a Rotterdam da una media di trentacinque fino a cinquanta giorni, con costi aggiuntivi tra il 5 e il 10 per cento.
Rubio e Trump hanno intimato all’Iran di smettere di sostenere gli huthi, tentando al contempo di portare Teheran al tavolo dei negoziati sul suo programma nucleare. Il 5 marzo Trump ha detto di aver inviato una lettera alla guida suprema Ali Khamenei, invitandolo ad avviare dei colloqui e minacciando un’azione militare in caso di rifiuto. “L’Iran reagirà in maniera decisiva e distruttrice se i nostri nemici attueranno le loro minacce”, ha detto il 16 marzo il comandante dei Guardiani della rivoluzione iraniani, Hossein Salami. Il capo degli huthi Abdel Malik al Huthi ha annunciato che il gruppo prenderà di mira le navi mercantili statunitensi nel mar Rosso finché Washington “continuerà la sua aggressione”. ◆ fdl
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Questo articolo è uscito sul numero 1606 di Internazionale, a pagina 16. Compra questo numero | Abbonati