Un vantaggio inaspettato di quando facevo l’istruttrice di spinning era il gelato gratis. Uno dei miei allievi aveva una macchina per fare il gelato in casa e a volte mi portava degli assaggi al gusto di zucca o pistacchio. Penso che lo facesse non solo perché era una persona gentile, ma anche perché durante i corsi in palestra io ero la migliore versione possibile di me stessa: accogliente, amichevole e incoraggiante fino all’eccesso.
Ho notato la stessa cordialità anche negli altri. Due persone che si sono incontrate durante il mio corso si sono messe insieme. Altri sono diventati amici e andavano a prendere un caffè dopo l’allenamento. Due frequentatori abituali mi hanno invitata ad andare a sciare con loro. Tanti buoni amici di adesso, a 35 anni, sono persone incontrate durante i corsi che ho frequentato con regolarità. Queste esperienze mi hanno convinta che il modo migliore per fare amicizia da adulti è frequentare un corso in palestra o un’attività sportiva di gruppo, un’idea confermata da diverse ricerche secondo cui l’energia positiva prodotta dall’allenamento facilita i rapporti interpersonali.
In passato era normale che le amicizie nascessero in quelli che il sociologo Ray Oldenburg chiamava “terzi luoghi”, ovvero spazi fisici oltre la casa e il posto di lavoro in cui non si paga (molto) per entrare e che esistono in gran parte per stimolare la conversazione. Tuttavia negli ultimi decenni (soprattutto a causa della pandemia) i terzi luoghi come bar e locali hanno ricoperto un ruolo sempre meno rilevante nella nostra vita sociale. Questo fenomeno ha tolto alle persone adulte diverse opportunità di fare nuove amicizie. Forse anche per questo tra i buoni propositi per l’anno nuovo degli statunitensi ricorre spesso “migliorare le relazioni sociali”. Le palestre e i corsi di ginnastica non corrispondono esattamente alla definizione di terzo luogo, innanzitutto perché hanno un costo e in secondo luogo perché le attività principali che ci si svolgono sono sudare, sbuffare e saltare qualche esercizio quando l’istruttore guarda da un’altra parte. Ma comunque presentano molte delle condizioni che secondo le ricerche di psicologia sociale aiutano a forgiare connessioni significative tra persone estranee: la vicinanza (stare nello stesso luogo), la ritualità (lo stesso giorno alla stessa ora), l’accumulo (molte ore) e le esperienze condivise (avere gli stessi interessi).
Divertirsi conta
Scoprire di condividere degli interessi può essere difficile quando incontriamo una persona nuova al lavoro o a una festa. I corsi in palestra, invece, rendono la vita più semplice, come mi ha spiegato Stephanie Roth-Goldberg, psicoterapeuta di New York specializzata nello sport. “Quando partecipi a un’attività sportiva automaticamente condividi con gli altri alcuni aspetti, come ‘ci piace allenarci’ o ‘ci piace fare questo tipo di esercizi’”, spiega. “Una dinamica simile permette di rompere il ghiaccio in modo diverso rispetto alle interazioni in un bar o a casa di qualcuno”.
Naturalmente per rompere il ghiaccio serve comunque che qualcuno dica qualcosa, e quando sei sudato e affannato questa prospettiva può risultare terrificante. Ma c’è una tattica che per me è sempre stata infallibile, sia da istruttrice sia da partecipante: avvicinarmi a qualcuno e dire: “Complimenti, ottimo lavoro”.
Vicinanza, ritualità e accumulo richiedono una certa quantità di tempo, e difficilmente ne abbiamo a disposizione in un paese che premia il superlavoro. Ma se ci iscriviamo a un corso in palestra significa che abbiamo trovato il tempo per frequentarlo e per godere dei suoi benefici, e quindi siamo anche nella posizione di stringere amicizia.
Danielle Friedman, giornalista e autrice del libro Let’s get physical, sottolinea come oltrepassare quello che definisce il “codice sociale dell’anonimato” sia fondamentale per fare amicizia. “Se frequenti un corso da un po’ e vedi sempre le stesse persone, è importante non fingere di non averci niente a che fare”, dice Friedman. Questa cordialità implica anche accettare i cliché della palestra. Nella mia classe di spin mi vergognavo ogni volta che mi rendevo conto di cedere alle frasi motivazionali del tipo: “Dobbiamo farcela insieme!”. Ma inevitabilmente qualcuno rispondeva con un “uuuh!” per incoraggiare il gruppo. Inoltre, avevo l’abitudine di caricare la mia playlist con remix dei successi dei primi anni duemila, e ogni volta c’era qualcuno che li cantava. In uno dei miei corsi preferiti era stato istituito il “venerdì divertente”, in cui ci riscaldavamo facendo staffette sconclusionate o giochi da scuola media. La prima volta che l’istruttrice ci ha detto di fare quegli esercizi stupidi in coppia non volevo saperne, ma alla fine mi sono divertita moltissimo.
In un mondo che premia il distacco accettare una certa stupidità può risultare difficile. Tuttavia bisogna spingere al massimo (e sarà meglio abituarsi a frasi del genere se si vogliono frequentare corsi in palestra). “Quando sudiamo e sentiamo di perdere il controllo del nostro corpo, tra un respiro affannoso e un grido, proviamo una sensazione di vulnerabilità”, spiega Friedman. “Se accettiamo questa condizione, condividiamo qualcosa con gli altri. Non esistono molti contesti in cui gli adulti hanno l’occasione di essere vulnerabili insieme”.
Una stanza piena di adulti che si agitano, urlano e corrono senza andare da nessuna parte è una prospettiva fondamentalmente ridicola. Ma le cose ridicole hanno un ruolo cruciale nel mettere in relazione gli esseri umani, perché ci fanno ridere. Diversi studi dimostrano che ridere insieme facilita le connessioni sociali e ci fa capire che abbiamo molte cose in comune. Gli “ormoni della felicità” rilasciati durante l’esercizio fisico – endorfine, dopamina e serotonina – sono associati anche ai legami personali. In particolare, fare esercizi in sincronia con gli altri favorisce la creazione di legami.
Anche se non incontrerete il vostro nuovo migliore amico in un corso di zumba, fare regolarmente attività fisica vi aiuterà a conoscere persone e a fare amicizia in altri luoghi. “Più ci allontaniamo dalla nostra zona di comfort e più diventa facile farlo anche in altre situazioni”, spiega Goldberg. Forse riuscirete perfino a diventare la migliore versione possibile di voi stessi, tanto da spingere qualcuno a portarvi un gelato fatto in casa. Contento uno, contenti tutti. ◆ as
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Questo articolo è uscito sul numero 1596 di Internazionale, a pagina 102. Compra questo numero | Abbonati