Andreea Simionel
Male a est
Italo Svevo, 280 pagine, 18 euro

Qual è la distanza tra la Romania e l’Italia? È uno spazio che ha il ritmo di questo romanzo, devastante, incalzante e che non lascia respirare. Andreea Pavăl vive in una città che, sulla cartina a forma di pesce della Romania appesa in casa, è scritta in “uno stampatello tra il grande e il piccolo”, una città in cui tutto è di Eminescu. Suo padre è emigrato a Torino e la comunicazione Italia-casa avviene attraverso telefonate sporadiche, sms con un numero di caratteri limitato, cartoline preparate con mesi di anticipo, pacchi di tonno e pasta spediti per posta, soldi che barattano interesse e affetto. È una lingua monca e manipolata, che si riflette nella cadenza imposta dall’autrice alle sue frasi. Andreea Simionel è nata in Romania, nel 1996, ed è madrelingua romena: le coordinate della sua biografia dicono molto di questo romanzo che fa un’ulteriore contorsione quando la famiglia si riunisce in un’altra casa, in Italia, definita da un parlare nuovo, dallo “smettere di esistere in una lingua, rinascere nell’altra”.

Simionel possiede due qualità rare per un’autrice al suo primo libro: uno stile ben preciso, a cui è fedele fino all’ultima pagina, e la capacità di maneggiarlo con una maestria straordinaria. Una scrittrice giovane, da tenere d’occhio, e un libro imperdibile. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1479 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati