Il 20 settembre il Partito liberale del premier Justin Trudeau (nella foto) ha vinto le elezioni in Canada, ma non è riuscito a ottenere la maggioranza dei seggi in parlamento. “La scommessa di Trudeau, che aveva chiesto elezioni anticipate nella speranza di allargare la sua maggioranza, non ha pagato”, scrive il Globe and Mail. “Il leader liberale dovrà formare per la seconda volta un governo di minoranza, e dovrà continuare a governare con il sostegno dei Nuovi democratici, l’altro partito di sinistra, che nonostante una campagna aggressiva non sono riusciti a guadagnare consensi”. ◆
L’idillio è terminato
“Migliaia di persone sono scese in piazza il 15 settembre contro il presidente Nayib Bukele e il suo controllo dei poteri dello stato, mettendo fine a un periodo in cui le manifestazioni di dissenso erano poche e isolate”, scrive il sito indipendente salvadoregno El Faro. “Una delle ragioni principali della protesta è stata l’adozione del bitcoin come valuta ufficiale insieme al dollaro, ma al corteo hanno partecipato anche giudici, studenti, gruppi femministi e cittadini stanchi della gestione sempre più autoritaria del presidente”.
Solo bugie all’Onu
Parlando il 21 settembre alla
76a assemblea delle Nazioni Unite a New York, il presidente Jair Bolsonaro “non ha moderato il suo discorso”, scrive l’edizione brasiliana del País. La Folha de S.Paulo sottolinea che con il suo intervento slegato dalla realtà il presidente ha voluto compiacere la minoranza che lo appoggia, pensando alle elezioni del 2022. Riguardo alla politica ambientale del Brasile, “Bolsonaro ha distorto numeri, ha minimizzato i timori della comunità internazionale e ha lodato la legislazione del paese, la stessa che attacca senza sosta da quando è stato eletto”.
Trattative complicate
Il 21 settembre il presidente statunitense Joe Biden ha tenuto un discorso alle Nazioni Unite in cui ha cercato di rassicurare il mondo sulla volontà di Washington di impegnarsi a livello internazionale e ha promesso di aumentare gli sforzi per combattere la crisi climatica. “Ma la realizzazione di questi obiettivi passa soprattutto per una serie di difficili trattative in corso al congresso, sia con i repubblicani sia con gli alleati democratici”, scrive Politico. In questo momento il destino dell’amministrazione Biden dipende da due proposte di legge: quella per rinnovare le infrastrutture del paese, con una spesa di 1.200 miliardi di dollari; e un’altra da 3.500 miliardi distribuiti in dieci anni, per rafforzare la rete di protezione sociale e finanziare progetti contro la crisi climatica. Da settimane è in corso uno scontro molto acceso nel Partito democratico: i parlamentari più moderati sono disposti a votare per le infrastrutture ma non vogliono sostenere il secondo progetto; i più progressisti accetteranno la prima proposta solo se avranno la certezza che anche la seconda sarà approvata. In tutto questo i democratici stanno cercando di convincere i repubblicani a votare a favore dell’aumento del tetto del debito. Se non si troverà un accordo il 1 ottobre scatterà lo shutdown, il blocco delle attività del governo.
Polizia al sicuro
Dopo che George Floyd è stato ucciso da un poliziotto a Minneapolis, a maggio 2020, molti politici e commentatori hanno detto che le proteste antirazziste stavano rovinando il morale degli agenti, al punto che tanti decidevano di licenziarsi o di andare in pensione in anticipo. Questo succedeva mentre gli omicidi aumentavano in molte città, così ha preso piede la proposta di assumere più agenti, sostenuta anche dall’amministrazione Biden. “Ma i dati raccontano una realtà diversa”, scrive il Marshall Project. “Nel 2020 i dipartimenti di polizia nel complesso hanno perso lo 0,9 per cento della forza lavoro rispetto al 2019. Nello stesso periodo l’economia statunitense ha perso in totale il 6 per cento dei lavoratori”.
America Centrale Le autorità di Panamá e della Costa Rica hanno reso noto il 21 settembre di aver arrestato più di quaranta persone che farebbero parte di un’organizzazione criminale responsabile del traffico di migranti provenienti dall’Asia e dall’Africa verso gli Stati Uniti.
Argentina Il governo ha annunciato il 21 settembre un piano per togliere progressivamente le restrizioni dovute alla pandemia. Saranno permesse più attività al chiuso, non sarà più obbligatorio portare la mascherina all’aperto e i turisti potranno tornare nel paese.
Articolo precedente
Articolo successivo
Inserisci email e password per entrare nella tua area riservata.
Non hai un account su Internazionale?
Registrati