Asia e Pacifico

Paura per Peng Shuai

Peng Shuai a Melbourne, 21 gennaio 2020 (Kim Hong-Ji, Reuters/Contrasto)

La stella del tennis cinese Peng Shuai, di cui si erano perse le tracce dopo che il 2 novembre aveva accusato pubblicamente di molestie sessuali l’ex vice primo ministro Zhang Gaoli, è ricomparsa. Il 18 novembre i mezzi d’informazione di stato hanno pubblicato alcune foto e video di Peng, nel tentativo di rassicurare le molte persone nel mondo, inclusa la campionessa Naomi Osaka, preoccupate per la tennista. Il 21 novembre il presidente del Comitato olimpico internazionale Thomas Bach ha parlato con Peng in una videochiamata e ha poi riferito di averla trovata “bene e in salute” ma desiderosa che la sua privacy sia rispettata. “Avete tutti visto che Peng ha partecipato a eventi pubblici e a una videochiamata”, ha detto il portavoce del ministero degli esteri cinese Zhao Lijian. “Qualcuno dovrebbe smetterla di montare un caso attorno a Peng e di politicizzare la vicenda”. Ma la videochiamata non ha tranquillizzato abbastanza, dice la Wta, l’associazione che riunisce le tenniste professioniste. Human rights watch ha criticato Bach per aver collaborato con le autorità cinesi. ◆

In ritardo con i vaccini

In alcuni paesi del Pacifico ci vorranno anni per vaccinare l’intera popolazione, con il rischio di dover affrontare nuove varianti. Lo prevedono i ricercatori del centro studi australiano Lowy institute, che accusano i sistemi sanitari inadeguati e la disinformazione. Le isole Salomone, scrive la Abc, avranno vaccinato tutti gli adulti solo nell’aprile 2026; Vanuatu allora sarà arrivata a una copertura dell’86 per cento. E ai ritmi attuali la Papua Nuova Guinea alla fine del 2022 avrà vaccinato solo il 16 per cento della popolazione.

Morte di un dittatore

Yun Jai-hyoung, Ap/Lapresse

Il 23 novembre è morto a novant’anni Chun Doo-hwan (nella foto), dittatore che ha guidato la Corea del Sud dal 1979 al 1988 dopo aver preso il potere con un colpo di stato. Il suo governo, responsabile del massacro di Gwangju nel maggio del 1980, quando il movimento democratico fu represso nel sangue, è stato tra i più violenti della storia del paese. “Chun è morto senza pentimenti né rimorsi”, scrive Hankyoreh. “Dispiace che la presidenza abbia fatto le condoglianze”.

Collaboratori in ostaggio

Le autorità di Hong Kong hanno attaccato la categoria dei collaboratori domestici, per lo più immigrati asiatici, accusandoli di aver abusato del prolungamento da due settimane a un mese del periodo concesso per trovare un nuovo impiego e non essere espulsi quando si decide di interrompere un contratto. Il limite di due settimane, scrive Asia Sentinel, è da tempo criticato come un modo per impedire ai lavoratori, spesso sottopagati e maltrattati, di lasciare l’impiego. Ma con le frontiere chiuse e la carenza di manodopera, chi si trovava a Hong Kong ha potuto cambiare lavoro con più frequenza.

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1437 - 26 novembre 2021
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