“Colpevole”, titola Politiken: il 13 dicembre la corte suprema danese ha condannato a due mesi di detenzione Inger Støjberg, ministra dell’immigrazione nel governo conservatore di Lars Løkke Rasmussen tra il 2015 e il 2019. La sentenza è definitiva, senza la sospensione condizionale della pena, quindi Støjberg dovrà andare in prigione. È la conclusione di una vicenda che divide l’opinione pubblica danese fin dal 2016, quando due giovani siriani avevano fatto ricorso contro le nuove norme adottate dal ministero, secondo cui le coppie di richiedenti asilo in cui uno dei coniugi aveva meno di 18 anni non potevano vivere nello stesso centro di accoglienza. Per Støjberg la separazione serviva a combattere i matrimoni forzati, ma una commissione parlamentare aveva stabilito che violava la Convenzione europea sui diritti umani e la ministra aveva dovuto ammettere che le coppie non erano state neanche consultate, contrariamente a quanto aveva sostenuto in precedenza. A febbraio del 2021 il parlamento aveva votato a favore del suo _ impeachment_, il primo in Danimarca dal 1995. Secondo Politiken probabilmente il verdetto metterà fine alla carriera politica di Støjberg, che aveva lasciato il partito liberale Venstre e puntava alla guida del Partito popolare danese (estrema destra). ◆
Separazioni criminali
Assange rischia l’estradizione
L’Alta corte di giustizia di Londra ha accolto il ricorso degli Stati Uniti contro la sentenza che a gennaio aveva negato l’estradizione di Julian Assange ( nella foto ). Questo non vuol dire però che il fondatore di Wikileaks sarà consegnato a Washington: la decisione spetta al tribunale di Westminster. Intanto, il 12 dicembre si è saputo che a ottobre Assange era stato colpito da un ictus in carcere. “Nonostante il nostro speciale rapporto con gli Stati Uniti”, commenta lo Spectator, “non ci sono motivi per consentire l’estradizione”.
Verso la secessione
Come temevano diversi osservatori, i progetti secessionisti della Republika Srpska (che forma la Bosnia Erzegovina insieme alla Federazione croato-musulmana) si stanno realizzando. Il parlamento di Banja Luka ha approvato un piano per assumere una serie di competenze federali in materia di giustizia, fisco e difesa. L’unità della Bosnia è a rischio ed è impossibile escludere un conflitto. Secondo la Taz il precipitare della situazione è in gran parte dovuto agli errori politici commessi nella regione dalla Germania e dall’Unione europea.
Tutti i guai di Johnson
Pandemia. Scandali. Fronde interne al Partito conservatore. Il primo ministro britannico Boris Johnson è alle prese con la peggiore crisi da quando ha assunto la guida del governo, nel luglio 2019. I suoi indici di gradimento sono crollati. E i motivi sono diversi: prima di tutto ci sono le feste di Natale organizzate il 15 e il 18 dicembre 2020 a Downing street, in violazione del lockdown e di tutte le restrizioni contro il covid. La vicenda, resa nota dal canale tv Itv ** e rilanciata dal **Daily Mirror, ha spinto il laburisti a chiedere le dimissioni del premier. Ma non è tutto. Con la variante omicron sempre più aggressiva, Johnson ha reintrodotto l’obbligo di mascherina al chiuso e ha reso obbligatorio il covid pass per determinati eventi pubblici. Decine di deputati conservatori si sono però subito dichiarati contrari alle nuove misure, e il 14 dicembre hanno votato contro il governo alla camera dei comuni. “Forse per Johnson non è ancora la fine”, scrive il New York Times, “ma è sicuramente l’inizio della fine. I problemi si accumulano. E quando smetterà di essere un punto di forza per il Partito conservatore, il premier sarà immediatamente fatto fuori”.
Quarant’anni dopo
Il 13 dicembre la Polonia ha ricordato i quarant’anni della legge marziale, proclamata nel 1981 dall’ultimo leader comunista del paese, Wojciech Jaruzelski, per fermare le manifestazioni del sindacato democratico Solidarność. Prima che la misura fosse revocata, nel luglio 1983, migliaia di attivisti furono arrestati e cento persone vennero uccise. Gazeta Wyborcza fa un paragone con la situazione attuale: “Oggi il governo polacco sta introducendo di nascosto una nuova legge marziale. Diritto e giustizia, il partito al potere guidato da Jarosław Kaczyński, intimidisce gli oppositori, gli aizza contro la polizia e i giudici, e alimenta campagne d’odio. Ancora non ci sono i prigionieri politici. Ma solo perché il governo è troppo debole per mandare la gente in carcere”.
Malta. Il parlamento ha approvato la riforma che farà di Malta il primo paese dell’Unione europea a legalizzare la cannabis. Tutti i maggiorenni potranno portarne con sé fino a sette grammi e coltivare fino a quattro piante. Sarà comunque proibito fumare in pubblico.
Serbia Per la terza settimana di fila, l’11 dicembre migliaia di persone hanno protestato contro il progetto della multinazionale Rio Tinto per l’apertura di una grande miniera di litio nell’est del paese.
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