Sulla nave ( nella foto ) salpata dall’Australia con gli aiuti per le isole Tonga, colpite dall’eruzione di un vulcano sottomarino, ci sono 23 casi di covid-19. Il timore delle autorità di Tonga, dove finora è stata registrata una sola infezione, era proprio che con i soccorsi arrivasse anche il virus. Canberra ha assicurato che gli aiuti saranno disinfettati prima dello sbarco. Quattro quinti degli abitanti dell’arcipelago devono fare i conti con gli effetti dell’eruzione, che ha fatto tre morti.
Una chiusura eccessiva
“Il Giappone deve riaprire le frontiere agli studenti stranieri”, titola il Nikkei Asia, che pubblica un intervento di Nancy Snow, docente all’università di studi stranieri di Kyoto. Dopo quasi due anni, il blocco degli ingressi agli stranieri non residenti sta suscitando molte polemiche e rischia di compromettere il soft power di Tokyo nel mondo, oltre che la carriera e la vita di molte persone. Il governo ha annunciato che a febbraio accoglierà 87 dei 150mila studenti in attesa di entrare. “Nel 2014 il governo decise che l’internazionalizzazione dei campus universitari era importante quanto gli accordi commerciali con altri paesi e puntò ad accogliere 300mila studenti stranieri entro il 2020”, scrive Snow, “ma l’obiettivo fu superato già nel 2019. La presenza di studenti e ricercatori stranieri nel paese sembrava destinata a diventare una caratteristica permanente della crescita del Giappone nel mondo. Nel 2020 il paese ha sigillato le frontiere e da allora gli scambi culturali sono congelati. Grazie ai vaccini, molti stati hanno ricominciato ad accogliere gli studenti dall’estero. Chi doveva andare in Giappone, invece, è stato costretto a cambiare destinazione”. ◆
L’Europa è lontana
“I rapporti tra la Cina e l’Unione europea, e gli interessi di 2.300 aziende e 350mila persone presenti a Hong Kong, saranno a rischio se il parlamento europeo non smette d’interferire negli affari interni di Hong Kong”, ha commentato di recente il quotidiano di stato cinese Global Times. Il riferimento è alla risoluzione votata il 20 gennaio dal parlamento di Strasburgo, che condanna il deterioramento dei diritti umani a Hong Kong, incluse le gravi restrizioni alla libertà d’espressione, d’associazione e di stampa, scrive Asia Times. Alcuni deputati europei hanno chiesto alla Commissione europea di riconsiderare il sostegno al seggio di Hong Kong nell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto), alla luce della riduzione dell’autonomia garantita al territorio dal modello “un paese, due sistemi”. In realtà, sostengono gli esperti, l’effetto dell’espulsione di Hong Kong dalla Wto sarebbe contenuto perché la quantità di merci prodotte lì ed esportate in Europa è minima. Inoltre, il numero di aziende straniere presenti a Hong Kong è diminuito a causa della pandemia e delle conseguenti difficoltà economiche. Ma, continua Asia Times, la risoluzione approvata dal parlamento parla anche dell’aumento dei rischi per i cittadini europei dovuti all’introduzione della legge sulla sicurezza nazionale.
Pellet ovunque
Gli effetti del naufragio della nave container X-Press Pearl al largo di Colombo nel maggio 2021 continuano a creare problemi. Le spiagge dorate della costa sono diventate nere a causa del carburante bruciato e dei detriti portati dalle onde, scrive il Guardian. La nave, che ha preso fuoco e si è inabissata, trasportava miliardi di pellet di plastica, minuscoli granuli usati nella produzione industriale. Non ancora classificati come materiale pericoloso ma in grado di causare danni paragonabili a quelli del petrolio, i pellet sono spesso scambiati per cibo da uccelli, pesci e altre specie marine. Il piano delle autorità per ripulire la costa insieme alla popolazione prosegue, ma l’impresa è impossibile: i pellet non solo ricoprono la superficie della costa ma si trovano fino a due metri di profondità. I danni per la pesca e il turismo sono enormi.
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