A Sheikh Jarrah, un quartiere di Gerusalemme Est, ci sono stati due giorni di scontri ( nella foto, l’arresto di un palestinese il 13 febbraio ). Da un lato c’erano coloni, esponenti dell’estrema destra e polizia israeliana; dall’altro i residenti palestinesi. Almeno 31 persone sono rimaste ferite, scrive Al Quds al Arabi. Le violenze sono cominciate dopo la visita del deputato di estrema destra Itamar Ben-Gvir, che voleva aprire un suo ufficio in una tenda piantata nel cortile di una famiglia palestinese sotto sfratto. Il 14 e il 15 febbraio due palestinesi, Mohamed Abu Salah, 17 anni, e Nihad al Bargouthi, vent’anni, sono stati uccisi da soldati israeliani in due proteste in Cisgiordania.
Si riaccendono gli scontri
Risarcimento tardivo
Il 9 febbraio la Corte internazionale di giustizia, l’organo delle Nazioni Unite chiamato a risolvere le controversie tra stati, ha ordinato al governo ugandese di pagare 325 milioni di dollari di riparazioni di guerra alla Repubblica Democratica del Congo per i danni causati dalle forze ugandesi durante il conflitto del 1998-2003, scrive Al Jazeera.
Etiopia Il parlamento di Addis Abeba ha votato il 15 febbraio per anticipare la fine dello stato d’emergenza di sei mesi decretato nel novembre 2021, quando i ribelli tigrini minacciavano la capitale.
Emirati Arabi Uniti Nel corso della visita del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ad Abu Dhabi, Turchia ed Emirati hanno firmato il 14 febbraio tredici accordi di cooperazione in vari settori, dalla salute alla difesa. Negli ultimi dieci anni i rapporti tra i due governi erano stati tesi per via delle rivalità regionali.
Liberia Il 14 febbraio una grande manifestazione nella capitale Monrovia ha dato il via ai festeggiamenti per i duecento anni d’indipendenza. La Liberia fu fondata dagli ex schiavi che erano tornati in Africa dagli Stati Uniti.
Senegal Il 14 febbraio i ribelli del Movimento delle forze democratiche della Casamance, che si battono dal 1982 per l’indipendenza della parte meridionale del Senegal, hanno liberato sette soldati senegalesi che avevano rapito il 24 gennaio in Gambia .
Senza giustizia
Dal 25 luglio 2021, il giorno in cui il presidente Kais Saied ha rimosso il governo e sospeso il parlamento, è cominciata la progressiva distruzione della democrazia tunisina, scrive il quotidiano panarabo Al Araby al Jadid, secondo cui “il paese è nelle mani del capo dello stato”. L’ultima mossa di Saied è stata sciogliere il consiglio superiore della magistratura per “risanare la giustizia” e licenziare i giudici corrotti che bloccano i processi, ha dichiarato il leader, che ha nominato un nuovo organo, formato da magistrati scelti da lui. Secondo Said Benarbia, direttore della sezione Nordafrica della Commissione internazionale dei giuristi, è “una grave violazione dello stato di diritto e del principio della separazione dei poteri”. Tutto questo, scrive Al Araby al Jadid, avviene sullo sfondo di “una retorica populista che incita all’odio e alla divisione, dichiarando guerra alla costituzione, alla politica, ai partiti, alle istituzioni e ai meccanismi democratici”. ◆
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