Il 13 febbraio le forze dell’ordine canadesi sono riuscite a liberare il ponte Ambassador, uno dei principali punti di passaggio al confine con gli Stati Uniti, bloccato per giorni da camionisti canadesi che protestavano contro l’obbligo a vaccinarsi o a sottoporsi a un test dopo il rientro nel paese. “Ma a Ottawa, la capitale del Canada, le proteste continuano, con i manifestanti che hanno bloccato la zona intorno al parlamento”, scrive il Globe and Mail. Per questo il 14 febbraio il primo ministro Justin Trudeau ha deciso d’invocare l’emergency act, una legge che concede poteri speciali in situazioni di crisi che mettono “in pericolo la vita e la salute dei canadesi”. I poteri speciali durano trenta giorni e consentono all’esecutivo di bloccare i conti correnti dei manifestanti, e vietare le adunate, i viaggi e l’accesso a posti specifici. Trudeau ha detto che si tratta di misure temporanee che saranno applicate in modo molto selettivo, ma nel paese si è aperto un dibattito sui limiti dell’azione del governo. La Bbc spiega che di solito l’emergency act si applica in quattro scenari: spionaggio o sabotaggio; attività straniere ostili; minacce di violenza per motivi politici, religiosi o ideologici; azioni illegali mirate a sovvertire il governo. “Nessuno di questi scenari sembra applicabile a quello che sta succedendo in Ontario, quindi è difficile capire in che modo Trudeau giustificherà l’adozione del provvedimento. In effetti è la prima volta nella storia del Canada che il provvedimento è adottato per contenere una protesta contro il governo. Secondo il Globe and Mail è legittimo discutere e anche criticare il primo ministro, ma resta il fatto che “non si può permettere ad alcune persone di prendere il controllo delle strade della capitale o delle autostrade al confine”. Intanto si è dimesso Peter Sloly, capo della polizia di Ottawa, criticato per la gestione dell’ordine pubblico. ◆
La morte di Hugo Torres
Il 12 febbraio l’ex guerrigliero sandinista Hugo Torres, da tempo critico con il governo autoritario del presidente Daniel Ortega, è morto in ospedale, all’età di 73 anni. “Era stato arrestato a Managua insieme ad altri oppositori politici a giugno del 2021 e da almeno due mesi non si avevano informazioni su dove si trovasse né sulle sue condizioni di salute”, scrive El Faro. Durante la dittatura di Anastasio Somoza, Torres aveva partecipato a un’operazione per liberare alcuni guerriglieri detenuti, tra i quali c’era lo stesso Ortega.
Arrestato Hernández
“ Il 14 febbraio fonti statunitensi e honduregne hanno confermato che gli Stati Uniti hanno chiesto l’arresto e l’estradizione dell’ex presidente dell’Honduras Juan Orlando Hernández, accusato di complicità nel traffico internazionale di droga”, scrive il New York Times. “Il giorno dopo la polizia ha circondato casa sua a Tegucigalpa e Hernández si è consegnato senza fare resistenza”, si legge sulla Bbc. Il secondo mandato di Hernández alla guida del paese è finito il 27 gennaio, quando si è insediata la nuova presidente Xiomara Castro, del partito di sinistra Libre.
Irruzione letale
A Minneapolis e St.Paul, in Minnesota, continuano le manifestazioni per chiedere giustizia per Amir Locke, un afroamericano di 22 anni ucciso il 2 febbraio da un poliziotto delle forze speciali che aveva fatto irruzione in un appartamento. Gli agenti, che stavano indagando su un omicidio, non stavano cercando Locke ma suo cugino. “I manifestanti chiedono alle autorità di cambiare la legge per impedire alla polizia di fare irruzione nelle case senza avvertire le persone che sono dentro (una pratica chiamata no-knock warrant )”, spiega il Minneapolis Star. Locke aveva con sé un’arma regolarmente registrata. Secondo la famiglia, girava armato perché temeva di essere attaccato mentre faceva consegne a domicilio.
Venezuela Il 12 febbraio, in occasione della giornata della gioventù, a Caracas ci sono state due manifestazioni, una dei sostenitori e una degli oppositori del governo del presidente Nicolás Maduro. Il corteo dei chavisti è stato il più partecipato.
Stati Uniti La Remington, una delle principali aziende produttrici di armi al mondo, ha accettato di pagare un risarcimento da 73 milioni di dollari alle famiglie delle vittime della sparatoria di Sandy Hook del 2012. Adam Lanza aprì il fuoco in una scuola, uccidendo 26 persone, tra cui venti bambini.
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