“Devastante. Catastrofico. Tragico. Non ci sono parole adatte a descrivere l’orrore provato dagli abitanti della provincia del KwaZulu-Natal”, scrive il Sunday Times. Il bilancio delle alluvioni e delle frane causate dalle piogge eccezionali cadute dal 12 aprile sul Sudafrica orientale è di 448 morti, più di quaranta dispersi, quattromila edifici distrutti e altri diecimila danneggiati. Il governo ha schierato diecimila soldati nella provincia per l’emergenza. Solo per le strade, sono stati stimati 350 milioni di euro di danni. “Il cambiamento climatico è una realtà, e con esso la necessità di adattare le infrastrutture. I sistemi per fermare le alluvioni devono essere sempre pronti e aggiornati. Troppo spesso, invece, le amministrazioni locali li trascurano”. L’urbanista Hope Magidimisha-Chipungu fa notare su The Conversation che i più colpiti sono gli abitanti degli insediamenti informali, che vivono in condizioni estremamente precarie. Ormai, a causa della rapida urbanizzazione e della mancanza di progetti di edilizia pubblica, un quarto della popolazione urbana del paese vive nelle baraccopoli. ◆
Impreparati al peggio
Una situazione delicata
Dopo settimane di tensioni, le violenze hanno raggiunto Gerusalemme. Secondo Al Araby al Jadid il 18 aprile le forze israeliane hanno fatto irruzione nella moschea Al Aqsa, cacciando i musulmani in preghiera per fare spazio a duecento coloni che celebravano il Pesach, la Pasqua ebraica. Nella zona c’erano già stati scontri nei giorni precedenti, in particolare il 15 aprile ( nella foto ), quando erano rimasti feriti 150 palestinesi. Haaretz teme “un’eruzione della violenza su vasta scala, che potrebbe accompagnare la città per tutto il mese sacro islamico del Ramadan e causare un conflitto regionale”. Nella notte tra il 18 e il 19 aprile l’esercito israeliano ha compiuto un attacco aereo sulla Striscia di Gaza per la prima volta da mesi, in risposta al lancio di razzi dal territorio verso il sud d’Israele, intercettato qualche ora prima. Non ci sono stati feriti né danni. Le tensioni hanno spinto il partito arabo-israeliano Lista araba unita, noto anche con il nome ebraico Raam, a sospendere la sua partecipazione al governo di coalizione. Middle East Eye spiega che la mossa è stata concordata tra il leader del gruppo Mansour Abbas, il premier Naftali Bennett e il ministro degli esteri Yair Lapid “per ridurre la pressione sul partito e il rischio di defezione” dei suoi quattro deputati. Sarebbe il colpo di grazia per il governo, che ha già perso la maggioranza in parlamento.
I compiti del parlamento
Il 16 aprile si è riunito per la prima volta il parlamento somalo, che avrebbe dovuto essere eletto entro febbraio del 2021, prima che scadesse il mandato del presidente Mohamed Abdullahi Mohamed. L’assemblea deve eleggere il nuovo capo dello stato, sottolinea Africa News, e chiudere così una lunga crisi politica. Il 18 aprile il parlamento di Mogadiscio è stato colpito da tiri di mortaio, rivendicati dai jihadisti di Al Shabaab. Il bilancio è di sei feriti. Oltre alla minaccia terroristica, il paese deve fare i conti con una siccità eccezionale. Per la quarta volta è saltata la stagione umida nel Corno d’Africa, e questo aggrava la crisi alimentare per venti milioni di persone che vivono in Somalia, Kenya ed Etiopia. Le più colpite sono le comunità di pastori, che dipendono dal bestiame per la loro sussistenza. Si stima che 350mila bambini somali, già malnutriti, rischino di morire entro l’estate. Purtroppo, nota la Bbc, “la crisi alimentare in Africa è oscurata dalla guerra in Ucraina, dove si concentrano tutti gli sforzi umanitari”.
La nave affondata
Nella notte tra il 15 e il 16 aprile la nave Xelo, con bandiera della Guinea Equatoriale, è affondata a sette chilometri delle coste tunisine, nel golfo di Gabès. È subito scattato l’allarme per il suo carico di 750 tonnellate di gasolio. L’Italia, scrive Jeune Afrique, ha inviato il 17 aprile due pattugliatori e altri mezzi navali per fermare eventuali fughe di carburante, che a giorni dal naufragio non si erano ancora verificate. Tuttavia, fanno notare molti commentatori, il golfo di Gabès, che comprende l’unica oasi litoranea del Mediterraneo, è già stato gravemente danneggiato dall’industria dei fosfati. Dagli anni settanta l’inquinamento ha colpito la produzione agricola, la pesca e, soprattutto, la salute delle persone.
Egitto Haneen Hossam, star ventenne di TikTok, è stata condannata a tre anni di carcere perché ritenuta colpevole di “traffico di esseri umani”.
Libia La Compagnia petrolifera nazionale (Noc) ha annunciato il 18 aprile lo stop delle esportazioni di greggio dal terminal di Zueitina, nell’est del paese. Il giorno prima, a causa di una serie di proteste, si erano fermati alcuni importanti siti di estrazione del petrolio, tra cui quello di El Fil. I gruppi che bloccano gli impianti sono considerati vicini al governo dell’est, guidato da Fathi Bashagha.
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