Come previsto dai sondaggi, le elezioni legislative slovene del 24 aprile si sono concluse con la vittoria del nuovo partito verde e liberale Movimento libertà (Gibanje svoboda, Gs) e con la sconfitta del Partito democratico sloveno (Sds) del primo ministro uscente Janez Janša (nella foto), populista e ultraconservatore. Fondato all’inizio del 2022 dall’imprenditore Robert Golob, il Gs ha ottenuto il 34,5 per cento dei voti e 41 seggi sui 90 del parlamento di Lubiana. Con ogni probabilità formerà una coalizione di governo con i socialdemocratici (Sd, 6,6 per cento e 7 seggi), che potrebbe accogliere anche la sinistra di Levica (4,4 per cento e 5 seggi). L’Sds si è invece fermato al 23,5 per cento, con 27 seggi, mentre il suo alleato principale, i cristianodemocratici di Nuova Slovenia, ha ottenuto il 6,8 per cento dei consensi e 8 seggi. Come spiega Politico, il vero sconfitto è proprio Janša, arrivato al potere nel 2020 dopo la crisi che aveva portato alle dimissioni del governo di centrosinistra guidato da Marjan Šarec, e responsabile “del rovinoso declino degli standard democratici in Slovenia”. Come scrive l’ungherese Nepszava (il premier uscente è stato spesso paragonato al leader euroscettico, populista e conservatore ungherese Viktor Orbán), “gli sloveni hanno dimostrato di essere stanchi di Janša e dei suoi giochi di potere”, mentre lo sloveno Večer sottolinea che “le elezioni sono solo il primo passo. La società civile deve continuare a fare pressione sul governo se vuole costringere la classe politica a cercare soluzioni reali ai problemi del paese”.
Ergastolo a Osman Kavala
Il 25 aprile si è chiuso a Istanbul il processo per le proteste del parco Gezi del 2013. L’imprenditore e attivista Osman Kavala ( nella foto ), in carcere dal 2017, è stato riconosciuto colpevole di aver cercato di rovesciare il governo e condannato all’ergastolo, mentre altri sette imputati dovranno scontare diciotto anni di prigione per concorso nello stesso reato. La condanna ha scatenato manifestazioni di protesta in tutto il paese. “Questa sentenza passerà alla storia come il culmine dell’ingiustizia in Turchia”, commenta Murat Yetkin su Yetkin Report.
L’Ungheria rischia grosso
Il 27 aprile la Commissione europea ha avviato la procedura che potrebbe bloccare il versamento dei contributi comunitari all’Ungheria, citando sospetti di corruzione nella gestione dei fondi europei da parte di Budapest. È la prima volta che Bruxelles ricorre al meccanismo introdotto nel 2021 per condizionare l’erogazione dei fondi del bilancio dell’Unione al rispetto dello stato di diritto, spiega Euobserver. La procedura dovrebbe durare diversi mesi e il suo esito dovrà essere approvato dal Consiglio europeo, che deciderà a maggioranza qualificata.
Espansione a nord
Dopo decenni di neutralità, la Finlandia e la Svezia ufficializzeranno a maggio la richiesta d’ingresso nella Nato. Lo hanno reso noto il 25 aprile il quotidiano svedese Expressen e il finlandese Iltalehti, confermando un orientamento già emerso nelle scorse settimane in seguito all’invasione russa dell’Ucraina. Come spiega la Reuters, i due paesi avevano intensificato la collaborazione con l’alleanza atlantica dopo la guerra nel Donbass del 2014-2015, ma è stata l’aggressione russa all’Ucraina a convincerli che per la sicurezza nazionale la migliore opzione non è più la neutralità. “L’ingresso nella Nato”, scrive Dagens Nyheter, “non è un attacco alla Russia, ma un’operazione che accresce la stabilità di tutta la regione”.
Regno Unito Il 20 aprile un tribunale britannico ha ordinato l’estradizione negli Stati Uniti di Julian Assange, fondatore di WikiLeaks, ricercato dalla giustizia statunitense per spionaggio. L’ordine dovrà essere approvato dalla ministra dell’interno Priti Patel.
Unione europea Il consiglio dell’Unione europea e il parlamento hanno raggiunto l’accordo sulla legge sui servizi digitali proposta dalla Commissione, che istituisce nuove regole per le aziende tecnologiche. La legge dovrebbe entrare in vigore entro il 2024.
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