Un piccolo dente dalla “forma tipicamente umana” rinvenuto in una grotta del Laos potrebbe cambiare la storia dei nostri antenati, scrive Nature Communications. Si tratta del molare inferiore di una bambina vissuta tra 164mila e 131mila anni fa. La ricostruzione tridimensionale del dente e l’analisi delle proteine mostrano notevoli similitudini con i molari di un Denisova trovato in Tibet. L’ominide è un cugino dei Neandertal di cui si sa ben poco. Finora i reperti fossili erano stati trovati tra le montagne della Siberia o del Tibet. Il molare del Laos lascia intendere che i Denisova colonizzarono anche altre aree, adattandosi a climi tropicali e incrociandosi con gli umani moderni. Tracce denisoviane sono infatti presenti nel dna degli abitanti del sudest asiatico e dell’Oceania.
Il molare del Laos
I delfini si curano da soli?
I delfini del mar Rosso potrebbero essere in grado di curarsi da soli. L’automedicazione spiegherebbe un comportamento insolito osservato nei tursiopi indopacifici (Tursiops aduncus) nel corso di una campagna di studi subacquei cominciata nel 2009 tra Hurghada ed El Gouna, sulla costa egiziana. I delfini si mettono ordinatamente in fila e poi, uno alla volta, si avvicinano ai fondali per strofinarsi contro alcuni tipi di coralli, delle specie Rumphella aggregata e Sarcophyton, e le spugne del genere Ircinia. Una parte del muco colorato prodotto dai coralli e dalle spugne rimane attaccato alla pelle dei delfini. Secondo i ricercatori, forse i cetacei usano queste sostanze, che hanno effetti antimicrobici e antiossidanti, per prevenire le infezioni della pelle o altri disturbi. Il comportamento del tursiope indopacifico non sarebbe innato, ma trasmesso alle nuove generazioni all’interno del gruppo. I giovani osservano infatti il comportamento degli adulti e a circa un anno di età cominciano a strofinarsi sui coralli e le spugne. Bisognerebbe però approfondire le proprietà chimiche e biologiche delle sostanze prodotte. ◆
Vaccini e covid lungo
I vaccini contro il covid-19 hanno permesso di ridurre i contagi, i ricoveri in ospedale e i decessi. Dimezzano anche il rischio di avere la sindrome del covid lungo, che colpisce tra il 5 e il 10 per cento di chi si è infettato. Un ampio studio pubblicato sul British Medical Journal indica che anche vaccinarsi dopo aver avuto la malattia potrebbe proteggere dal covid lungo. Monitorando 28mila britannici è emerso che chi aveva ricevuto la prima dose aveva il 12,8 per cento di probabilità in meno di soffrire di sintomi nel lungo periodo, anche se gli effetti positivi calavano dopo dodici settimane. La seconda dose era associata a un’ulteriore riduzione del rischio dell’8,8 per cento.
Alberi più fragili in Australia
Negli ultimi trentacinque anni è raddoppiata la mortalità degli alberi nel nord dell’Australia, che ospita varie foreste tropicali (nella foto). Il fenomeno potrebbe quindi riguardare altre zone del mondo con condizioni simili. Secondo la rivista Nature, la causa principale della maggiore mortalità degli alberi è la perdita di umidità, dovuta al riscaldamento del pianeta. Gli alberi morti non sono stati sostituiti da un numero equivalente di alberi giovani, e questo ha causato una riduzione della biomassa.
Galassie senza materia oscura
Le galassie Df2 e Df4, che non contengono materia oscura, potrebbero derivare dalla collisione di altre due galassie. L’evento, avvenuto circa otto miliardi di anni fa, avrebbe causato la separazione della materia oscura da quella “normale”. Si sarebbero quindi formate più galassie, scrive Nature, tra cui alcune senza materia oscura. Lo studio, basato sulla posizione e la velocità delle galassie, dovrà però essere confermato.
Genetica Un pomodoro è stato modificato geneticamente per avere maggiori quantità di un precursore della vitamina D. La pianta è stata ottenuta con la tecnica crispr-cas9, che agisce su punti selezionati del dna. I ricercatori hanno modificato una parte duplicata del dna, scrive Nature Plant. Anche le foglie della pianta contengono il precursore della vitamina e potrebbero essere usate per produrre un integratore.
Salute Il programma mbsr, che usa la meditazione per ridurre lo stress, non modifica la struttura del cervello. Lo studio, pubblicato su Science Advances, ha coinvolto 218 persone che non avevano mai praticato la meditazione. Dopo un programma di otto settimane i ricercatori hanno esaminato il cervello con la tecnica della risonanza magnetica, senza rilevare cambiamenti. Forse però il programma dovrebbe durare più a lungo per produrre effetti visibili.
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