Per superare la crisi degli ultimi mesi, certificata dalla sconfitta alle elezioni in Andalusia, Pedro Sánchez ( nella foto ) ha deciso di puntare su un programma decisamente progressista. Il 12 luglio il premier socialista ha annunciato una serie di interventi per contrastare gli effetti dell’inflazione, tra cui l’aumento degli aiuti alle famiglie più povere e la possibilità di viaggiare gratis sui treni regionali. Le misure saranno finanziate con un’imposta straordinaria sui profitti delle aziende energetiche e sulle banche, che dovrebbe fruttare più di tre miliardi di euro nei prossimi due anni. In questo modo, spiega El País, Sánchez spera di rilanciare l’alleanza con Podemos e mobilitare l’elettorato di sinistra in vista delle legislative del 2023.
Sánchez svolta a sinistra
Respingimento criminale
La Corte europea dei diritti umani ha condannato la Grecia a risarcire i sopravvissuti e i familiari delle vittime dell’affondamento di un barcone carico di migranti, avvenuto nel 2014. Secondo i testimoni l’incidente era stato causato dalla guardia costiera greca.
La rivolta dei trattori
A più di un mese dal suo inizio, l’agitazione degli agricoltori olandesi non accenna a placarsi: nei giorni scorsi carovane di trattori hanno continuato a rallentare il traffico sulle autostrade, i dimostranti hanno bloccato l’accesso a diversi supermercati ( nella foto ) e alcuni comuni hanno dichiarato lo stato d’emergenza. Le proteste sono state innescate dal piano per la riduzione delle emissioni di azoto annunciato il 10 giugno dal premier Mark Rutte. I Paesi Bassi sono da anni il paese europeo con i livelli più elevati di questa sostanza, che provoca malattie respiratorie e avvelena le falde acquifere. Il piano del governo si concentra soprattutto sull’agricoltura intensiva, responsabile di quasi metà delle emissioni a causa dei concimi e dei liquami degli allevamenti. “Il governo deve resistere”, commenta Nrc Handelsblad. “Cedere significherebbe darla vinta alle lobby agroalimentari”.
Si allarga l’eurozona
La Croazia entrerà nell’eurozona il 1 gennaio 2023. Il via libera formale è arrivato il 12 luglio dall’Ecofin, la riunione dei ministri delle finanze dell’Unione europea, che ha perfezionato gli ultimi tre atti giuridici per consentire al paese ex jugoslavo di aderire alla moneta unica. La Croazia diventa così il ventesimo stato dell’Unione ad adottare l’euro. Il tasso di conversione è stato fissato a 7,53450 kune, la moneta croata, per un euro. Come spiega il quotidiano di Zagabria Jutarnji List, per negozi, banche, aziende ed enti della pubblica amministrazione da settembre entrerà in vigore l’obbligo di mostrare i prezzi nelle due valute, che rimarrà in vigore fino alla fine del 2023. Il governo ha affermato che l’effetto sull’inflazione dell’introduzione della nuova moneta dovrebbe essere minimo, tra lo 0,2 e lo 0,4 per cento nel primo anno, e ha annunciato che vigilerà per evitare rincari ingiustificati dei prezzi. ◆
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