“La strategia ‘covid zero’ adottata dalla Cina sta uccidendo la crescita”, scrive Asia Times. Pechino ha pubblicato i dati sull’economia nel secondo trimestre e la crescita è stata dello 0,4 per cento rispetto al 2021, un drastico calo se paragonato al 4,8 per cento del primo trimestre. “Ormai è difficile immaginare che possa raggiungere l’obiettivo del 5,5 per cento di crescita entro la fine dell’anno, e questo avrà ricadute sul presidente Xi Jinping, che in autunno dovrebbe essere riconfermato per un terzo mandato. I lockdown a Shanghai e in altre grandi città hanno colpito la produzione industriale e i consumi e spaventato gli investitori stranieri”.
Crescita a rischio
La giusta distanza
Da poco entrato in carica, il presidente Ferdinand Marcos Jr ( nella foto ) sta ricalibrando i rapporti di Manila con la Cina, scrive l’Inquirer. Il governo ha cancellato infatti tre progetti ferroviari avviati da quello precedente con Pechino. Le Filippine hanno inoltre sospeso i negoziati con la Cina sulle risorse energetiche nel mar Cinese meridionale.
Sorvegliati con Pegasus
Durante le proteste contro il governo, tra l’ottobre 2020 e il novembre 2021, i dispositivi mobili di trenta tailandesi legati a organizzazioni per i diritti civili sono stati hackerati in Thailandia, scrive il Bangkok Post. Il rapporto del centro di ricerca canadese sulla sicurezza informatica Citizen Lab indica che le figure chiave del movimento democratico sono state sorvegliate grazie al software Pegasus. Questo programma, creato dall’azienda israeliana Nso group, può infiltrarsi da remoto nei cellulari per estrarre dati, attivare telecamere o microfoni. Il rapporto non svela i responsabili dello spionaggio informatico, ma sottolinea che il gruppo Nso vende la sua tecnologia solo ai governi.
Una situazione esplosiva
Dopo la fuga e le dimissioni del presidente Gotabaya Rajapaksa in seguito a grandi proteste di massa, il 20 luglio il parlamento srilanchese ha eletto dal capo dello stato Ranil Wickremesinghe, più volte primo ministro e già presidente ad interim. Nel paese ridotto in ginocchio dalla crisi economica, la fine del dominio dei fratelli Rajapaksa è stata accolta con gioia dai manifestanti, che però difficilmente saranno soddisfatti del nuovo leader. Lo United national party di Wickremesinghe, infatti, alle ultime elezioni aveva avuto pochissime preferenze. Poche ore prima del voto in parlamento, il quotidiano Sunday Morning avvertiva che l’eventuale elezione dell’ex primo ministro avrebbe potuto spingere il paese verso la guerra civile, data la mancanza di legittimazione popolare. ◆
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