La vita privata di Sanna Marin ( nella foto ) è finita al centro di un acceso dibattito dopo la pubblicazione di due video che la ritraggono mentre balla in un locale e a una festa. Secondo alcuni testimoni la premier socialdemocratica, 36 anni, appariva chiaramente ubriaca, e per i suoi avversari questo avrebbe potuto mettere in pericolo la sicurezza nazionale in un momento in cui il paese è esposto a tensioni geopolitiche senza precedenti. Marin ha ammesso di aver assunto alcol e ha cercato di smorzare le polemiche sottoponendosi a un test antidroga, che è risultato negativo. Secondo Iltalehti la premier ha tutto il diritto di divertirsi nel tempo libero, ma ha comunque dato prova di scarso giudizio per non aver previsto che i video avrebbero potuto essere usati a fini politici.
Balli proibiti
Le dimissioni di Abazović
Il premier Dritan Abazović ha rassegnato le dimissioni dopo essere stato sfiduciato dal parlamento. Abazović era finito sotto accusa per aver siglato un accordo con la chiesa ortodossa, considerato discriminatorio verso le altre confessioni.
Cappadocia in pericolo
“La costruzione di una nuova strada tra Ortahisar e Göreme, nel cuore della Cappadocia, è l’ultimo disastro ambientale in una regione patrimonio dell’Unesco già sfigurata dalla costruzione di grandi alberghi, villaggi turistici e altri progetti immobiliari”, scrive Evrensel. I lavori hanno già provocato la distruzione di alcuni camini delle fate, le formazioni geologiche per cui la Cappadocia è famosa in tutto il mondo, e minacciano un antico monastero bizantino. Nel 2019 un decreto presidenziale ha privato la valle di Göreme dello status di parco nazionale, e a giugno del 2022 la superficie dell’area protetta è stata ridotta. “È chiaro che il Partito giustizia e sviluppo distruggerà tutto prima di lasciare il potere”, scrive Evrensel. “Gli altri partiti e la società civile devono muoversi prima che sia troppo tardi”.
L’estate dello scontento
Il Regno Unito sta attraversando la più grande ondata di scioperi dagli anni novanta. Dopo le agitazioni che hanno bloccato il traffico ferroviario e la metropolitana di Londra la settimana precedente, il 21 agosto i lavoratori del porto di Felixstowe, da cui passa quasi la metà delle importazioni britanniche, hanno cominciato una settimana di stop. Queste azioni, a cui si aggiunge una lunga serie di proteste in altri settori, sono motivate dal crollo del potere d’acquisto dovuto all’inflazione, che ha superato il 10 per cento e potrebbe arrivare al 18 nei prossimi mesi. Il problema riguarda tutti i paesi europei, ma nel Regno Unito la situazione è particolarmente grave perché le privatizzazioni e la scarsa sindacalizzazione hanno ridotto il potere contrattuale dei lavoratori e i salari sono praticamente fermi da anni. Si preannuncia un autunno decisamente teso, soprattutto se a vincere la sfida per sostituire Boris Johnson alla guida del governo sarà Liz Truss, sotto accusa per aver definito “scansafatiche” i lavoratori britannici. ◆
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