Il gruppo minerario australiano Infinity Lithium vuole aprire una miniera per l’estrazione del litio a Cáceres, cittadina dell’Estremadura, nel sudovest della Spagna. Ma deve affrontare la dura opposizione della popolazione locale e delle organizzazioni ambientaliste, che temono la distruzione delle alture intorno al centro urbano, scrive la Neue Zürcher Zeitung. Gli abitanti di Cáceres, continua il quotidiano svizzero, sono attirati dalle opportunità economiche dell’investimento: “Il litio è un metallo indispensabile nella fabbricazione delle batterie per le auto elettriche e i telefonini. In Europa, oltre a quello di Cáceres, ci sono giacimenti significativi solo nel nord del Portogallo e in Serbia”. Ma prevalgono le preoccupazioni per l’ambiente, e per il momento le proposte della Infinity Lithium non sono servite a nulla. Il progetto iniziale dell’azienda australiana prevedeva una miniera a cielo aperto. Ora, invece, la Infinity sostiene che realizzerà un sito interamente sotterraneo, che sarà invisibile e non impedirà alle persone di circolare nella zona. L’estrazione, inoltre, avverrà senza l’uso dell’acido solforico, anche se in questo modo si sfrutterà solo il 50 per cento del giacimento.
Contro la miniera
La fine di un incubo
Dal 20 agosto la Grecia non è più sottoposta al programma di sorveglianza rafforzata della Commissione europea, in base al quale il governo di Atene aveva l’obbligo di comunicare ai creditori le sue misure di politica economica. Con questo atto, deciso dopo il rimborso anticipato dell’ultima tranche del prestito (1,58 miliardi di dollari) al Fondo monetario internazionale, il paese esce definitivamente dal piano di salvataggio (con tre pacchetti di aiuti e dure misure d’austerità) che era scattato in seguito alla crisi del debito del 2010. Tuttavia, spiega Mediapart, “i greci faticano a credere in un ritorno alla normalità. Non riescono a cancellare questi anni di crisi, impoverimento e talvolta umiliazione. E probabilmente ci vorrà molto tempo prima che il paese si riprenda dai severi sacrifici imposti dai creditori internazionali, misure che hanno causato danni considerevoli”.
Speculazioni a catena
All’inizio del 2021 la catena di sale cinematografiche statunitense Amc era sull’orlo del fallimento. All’improvviso, però, le sue azioni hanno cominciato a registrare rialzi senza precedenti grazie all’attività coordinata di migliaia di piccoli investitori amatoriali, che sui social network si mettevano d’accordo per comprare i titoli di aziende in dissesto e ne facevano aumentare il valore ricavandone enormi guadagni. Adam Aron, l’amministratore delegato dell’Amc, ha deciso di sfruttare la situazione. Il manager, racconta Bloomberg Businessweek, ha cominciato a emettere nuovi titoli per rimpinguare le casse aziendali. Allo stesso tempo, vendeva azioni in suo possesso per consolidare il suo patrimonio personale. I soldi incassati dall’Amc, continua il settimanale, non sono stati usati per ridurre i debiti: Aron ha pensato di comprare quote di altre aziende in crisi, contando sul fatto che gli investitori amatoriali lo avrebbero seguito facendo salire le quotazioni e assicurandogli enormi plusvalenze. ◆
Articolo precedente
Articolo successivo
Inserisci email e password per entrare nella tua area riservata.
Non hai un account su Internazionale?
Registrati