L’ondata di caldo senza precedenti che ha investito la Cina centrale e meridionale all’inizio di luglio continua, prosciugando bacini idrici, danneggiando l’agricoltura e causando incendi e blackout che stanno strozzando la filiera mondiale delle forniture. La siccità ha colpito 17 regioni e il ministro dell’agricoltura ha annunciato che si ricorrerà alla pioggia artificiale per le coltivazioni di riso e soia. Il 30 agosto a Dazhou, nel Sichuan, centomila persone si sono rifugiate nei bunker antiaereo per sfuggire al caldo estremo. Pechino ha annunciato aiuti per sostenere l’economia, già colpita dalla strategia “zero covid” del governo e dalla crisi immobiliare.
Troppo caldo per l’economia
Primo ministro sospeso
La corte costituzionale tailandese il 24 agosto ha temporaneamente sospeso il primo ministro Prayuth Chan-ocha, in carica dal 2014 dopo un colpo di stato militare. I partiti dell’opposizione avevano chiesto alla corte di pronunciarsi sulla costituzionalità del mandato di Prayuth, che ha superato il limite previsto di otto anni. La decisione della corte, spesso accusata di favorire il governo controllato dai militari, ha sorpreso gli osservatori. Molti ora si aspettano che accolga l’obiezione dei sostenitori del premier, secondo cui l’inizio del suo mandato va fatto risalire al 2017, quando è entrata in vigore l’attuale costituzione, scrive l’Asia Nikkei.
I rohingya cinque anni dopo
Sono passati cinque anni dall’inizio della violenta campagna delle forze di sicurezza birmane contro la minoranza rohingya. Nel giro di poche settimane fuggirono 730mila persone verso il Bangladesh, e quei profughi sono ancora bloccati in un limbo, scrive Al Jazeera. Nei campi profughi allestiti nel sud del paese vive circa un milione di persone in condizioni precarie, nel timore di essere rimandate in Birmania. Il governo di Dhaka, infatti, insiste per rimpatriare i profughi al più presto, ma in Birmania, dove i rohingya sono perseguitati da sempre, non ci sono le condizioni per un ritorno sicuro.
Il nichel che fa gola
La casa automobilistica Tesla ha firmato il 9 agosto un accordo con il governo indonesiano per assicurarsi una fornitura di nichel del valore di cinque miliardi di dollari. L’Indonesia ha una delle maggiori riserve al mondo di questo metallo, indispensabile per la costruzione di batterie elettriche. Il 23 per cento delle materie prime essenziali per la produzione di questo tipo di batterie, secondo l’Us geological survey, si trova sul suolo indonesiano e l’industria mineraria del paese è la prima al mondo. Con il passaggio alle auto elettriche, l’Indonesia sta ricevendo investimenti da molti paesi, specialmente dalla Cina. Delle 23 fonderie presenti nel paese, infatti, 21 sono cinesi. “La politica di Jakarta sulle risorse di nichel non sta favorendo la crescita economica del paese, ma gli investitori stranieri”, scrive Asia Sentinel. Inoltre, la fusione del nichel provoca la dispersione di scorie nocive nelle falde acquifere e nell’oceano, inquinando gravemente l’ambiente.
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